Oggi parliamo di cartoline d'epoca (I)
Articolo pubblicato su Il Petrino n° 9 del 12 luglio 2003
Ci sono, in Italia e altrove, migliaia di collezionisti di cartoline: un campo assai vasto e frequentato che può specializzarsi in tematiche varie ( città, militaria, augurali, paesaggi, pubblicitarie ecc. ) a loro volta divise in gruppi e sottogruppi, secondo i gusti e gli interessi dei singoli. Gli appassionati sanno che esiste un vero e proprio mercato e che frequenti sono gli scambi tra tutti i collezionisti che intendono usufruire di quelle inesauribili fonti per le ricerche storiche di ogni genere. La cartolina illustrata nacque per caso durante la guerra franco-prussiana, e il merito va ad un libraio tedesco, Schwart di Olderburg, che nel 1870 ebbe l’idea di stampare su cartoncino, utilizzando il cliché di un almanacco, l’immagine di un artigliere, simbolo dello stato di guerra. L’opera venne perfezionata, contemporaneamente in senso economico, da Leon Besnardeau di Sillè-le-Giullaume, che pur essendo dall’altra parte della barricata, pensò di offrire ai 40.000 soldati accampati nelle vicinanze l’occasione di inviare un messaggio alle famiglie lontane. Esauriti i fogli e le buste, l’astuto editore tagliò in rettangoli di 66 millimetri per 98 le copertine dei quaderni avanzati, dopo averne venduto le pagine una a una. Sul verso, destinato all’indirizzo, sottolineando il carattere patriottico della missiva, il nostro fece stampare armi e trofei sormontati dallo stemma di Bretagna. Lo Stato per incoraggiare l’iniziativa, risparmiò ai militari la spesa del francobollo. Il successo fu enorme. In segno di stima e di riconoscimento la Francia offrì a Besnardeau, che da quel giorno visse di rendita, un articolo su Le Petit Journal, qualche poesia, e meritatissima nel 1910, una cartolina dedicata all’ ” Inventeur de la 1re Carte postale francaise illustre de 1870 “.
La prima cartolina postale ufficiale,invece, fu emessa il 1º ottobre 1869 dalle Poste Austriache e sul lato riservato all’indirizzo in alto, presentava la dicitura CORRESPONDENZ-CARTE. I motivi ornamentali di questa prima cartolina erano rappresentati da un sottile orlo ricamato lungo il perimetro del recto e da un minuscolo emblema della casa d’Austria, posto sotto la scritta CORRESPONDENZE-CARTE.
Successivamente il verso venne utilizzato per la riproduzione di ritratti e disegni, specialmente quelli aventi per tema il patriottismo. Con l’avvento della tecnica fotografica, come nuovo mezzo di comunicazione, ai disegni seguirono le fotografie. Principali soggetti tematici di queste cartoline illustrate, che compaiono attorno al 1890, furono la ritrattistica, il vedutismo e la riproduzione di opere d’arte. Nel 1878 il Congresso Mondiale dell’Unione Postale Universale aveva fissato le dimensioni standard della cartolina in cm 9 per cm 14, portando i vari stati ad adottare quel formato che restò in uso sino agli anni trenta del XX secolo; intanto, nel 1866, si era provveduto ad accettarne ufficialmente la circolazione internazionale. Il successo immediato di questo nuovo “ strumento “ di comunicazione fu determinato sia dalla semplicità del mezzo, sia dal basso costo della tariffa per i saluti rispetto alle lettere, 2 cent. contro 20 centesimi, ( ciò fu possibile perché fino al 1905, anno in cui venne istituita una apposita tariffa per le cartoline illustrate, queste furono spedite con la tariffa di stampe, avendo cura di annullare a penna la scritta cartolina postale, corrispondenze-carte, postal carte, postkarte, carte postale, tarjeta postal, ecc…), sia dalla possibilità, connessa all’introduzione della tecnica fotografica e di nuovi processi di stampa, di spedire immagini di luoghi, di figure caratteristiche fino ad allora rappresentate soltanto grazie alle incisioni riportate sui libri o su qualche giornale. Il travolgente successo della cartolina trova riscontro nel gran numero di esemplari ( 1.750.000.000 ) che si calcola furono spediti nel 1894 o nei 140 miliardi di cartoline viaggiate nel mondo tra il 1894 ed il 1919. Tale dilagante utilizzo venne considerato un vero e proprio fenomeno sociale, al punto da destare l’interesse di personaggi della cultura del tempo. Matilde Serao, ad esempio, affermò, che la cartolina “ sviluppa quel senso estetico che è ottuso fra i più… fa conoscere paesi mai visti “. Le cartoline facevano bella mostra di sé in tutte le esposizioni nazionali, al pari di tutte le maggiori novità del vasto panorama produttivo dell’epoca, e non solo, il boom che la cartolina ebbe nel 1897 per “ dimensione ed importanza “ può essere paragonato all’interesse che si creò intorno alla televisione negli anni ’50. Di fatto tutte le persone “ istruite “ facevano a gara nello scambiarsi cartoline. Una “ moda “ che gradatamente assunse dimensioni popolari , aumentò il numero dei collezionisti, alcuni arrivarono addirittura ad assoldare persone che inviarono nei posti più importanti al fine di farsi spedire cartoline per la propria collezione. Il fenomeno della cartoline illustrata scemò negli anni ’40 con la diffusione di un nuovo mezzo di comunicazione, quale il telefono. Diminuì perciò la produzione e la gente usava sempre meno, col passare degli anni, la cartolina illustrata; quelle più vecchie per fortuna, in molti casi furono conservate in soffitta. Da circa vent’anni è tornato l’amore per il collezionismo delle cartoline del passato e, accanto a quelle del primo novecento, di formato più piccolo, sono state affiancate quelle più grandi, cm 10 per 15, degli anni 40/60 che proprio per il ridotto uso che ebbero, sono diventate anch’esse di non facile reperimento.
La riscoperta del passato, l’amore per le nostre radici, hanno fatto nascere nuovi collezionisti che si contendono il ritrovamento e l’acquisizione di questi rettangoli di cartoncino, ormai conservati gelosamente proprio come cimeli, spesso unico documento che ci resta dopo l’ineluttabile fine degli anziani, che quelle immagini conservano nella memoria.
Francesco Minneci
Ci sono, in Italia e altrove, migliaia di collezionisti di cartoline: un campo assai vasto e frequentato che può specializzarsi in tematiche varie ( città, militaria, augurali, paesaggi, pubblicitarie ecc. ) a loro volta divise in gruppi e sottogruppi, secondo i gusti e gli interessi dei singoli. Gli appassionati sanno che esiste un vero e proprio mercato e che frequenti sono gli scambi tra tutti i collezionisti che intendono usufruire di quelle inesauribili fonti per le ricerche storiche di ogni genere. La cartolina illustrata nacque per caso durante la guerra franco-prussiana, e il merito va ad un libraio tedesco, Schwart di Olderburg, che nel 1870 ebbe l’idea di stampare su cartoncino, utilizzando il cliché di un almanacco, l’immagine di un artigliere, simbolo dello stato di guerra. L’opera venne perfezionata, contemporaneamente in senso economico, da Leon Besnardeau di Sillè-le-Giullaume, che pur essendo dall’altra parte della barricata, pensò di offrire ai 40.000 soldati accampati nelle vicinanze l’occasione di inviare un messaggio alle famiglie lontane. Esauriti i fogli e le buste, l’astuto editore tagliò in rettangoli di 66 millimetri per 98 le copertine dei quaderni avanzati, dopo averne venduto le pagine una a una. Sul verso, destinato all’indirizzo, sottolineando il carattere patriottico della missiva, il nostro fece stampare armi e trofei sormontati dallo stemma di Bretagna. Lo Stato per incoraggiare l’iniziativa, risparmiò ai militari la spesa del francobollo. Il successo fu enorme. In segno di stima e di riconoscimento la Francia offrì a Besnardeau, che da quel giorno visse di rendita, un articolo su Le Petit Journal, qualche poesia, e meritatissima nel 1910, una cartolina dedicata all’ ” Inventeur de la 1re Carte postale francaise illustre de 1870 “.
La prima cartolina postale ufficiale,invece, fu emessa il 1º ottobre 1869 dalle Poste Austriache e sul lato riservato all’indirizzo in alto, presentava la dicitura CORRESPONDENZ-CARTE. I motivi ornamentali di questa prima cartolina erano rappresentati da un sottile orlo ricamato lungo il perimetro del recto e da un minuscolo emblema della casa d’Austria, posto sotto la scritta CORRESPONDENZE-CARTE.
Successivamente il verso venne utilizzato per la riproduzione di ritratti e disegni, specialmente quelli aventi per tema il patriottismo. Con l’avvento della tecnica fotografica, come nuovo mezzo di comunicazione, ai disegni seguirono le fotografie. Principali soggetti tematici di queste cartoline illustrate, che compaiono attorno al 1890, furono la ritrattistica, il vedutismo e la riproduzione di opere d’arte. Nel 1878 il Congresso Mondiale dell’Unione Postale Universale aveva fissato le dimensioni standard della cartolina in cm 9 per cm 14, portando i vari stati ad adottare quel formato che restò in uso sino agli anni trenta del XX secolo; intanto, nel 1866, si era provveduto ad accettarne ufficialmente la circolazione internazionale. Il successo immediato di questo nuovo “ strumento “ di comunicazione fu determinato sia dalla semplicità del mezzo, sia dal basso costo della tariffa per i saluti rispetto alle lettere, 2 cent. contro 20 centesimi, ( ciò fu possibile perché fino al 1905, anno in cui venne istituita una apposita tariffa per le cartoline illustrate, queste furono spedite con la tariffa di stampe, avendo cura di annullare a penna la scritta cartolina postale, corrispondenze-carte, postal carte, postkarte, carte postale, tarjeta postal, ecc…), sia dalla possibilità, connessa all’introduzione della tecnica fotografica e di nuovi processi di stampa, di spedire immagini di luoghi, di figure caratteristiche fino ad allora rappresentate soltanto grazie alle incisioni riportate sui libri o su qualche giornale. Il travolgente successo della cartolina trova riscontro nel gran numero di esemplari ( 1.750.000.000 ) che si calcola furono spediti nel 1894 o nei 140 miliardi di cartoline viaggiate nel mondo tra il 1894 ed il 1919. Tale dilagante utilizzo venne considerato un vero e proprio fenomeno sociale, al punto da destare l’interesse di personaggi della cultura del tempo. Matilde Serao, ad esempio, affermò, che la cartolina “ sviluppa quel senso estetico che è ottuso fra i più… fa conoscere paesi mai visti “. Le cartoline facevano bella mostra di sé in tutte le esposizioni nazionali, al pari di tutte le maggiori novità del vasto panorama produttivo dell’epoca, e non solo, il boom che la cartolina ebbe nel 1897 per “ dimensione ed importanza “ può essere paragonato all’interesse che si creò intorno alla televisione negli anni ’50. Di fatto tutte le persone “ istruite “ facevano a gara nello scambiarsi cartoline. Una “ moda “ che gradatamente assunse dimensioni popolari , aumentò il numero dei collezionisti, alcuni arrivarono addirittura ad assoldare persone che inviarono nei posti più importanti al fine di farsi spedire cartoline per la propria collezione. Il fenomeno della cartoline illustrata scemò negli anni ’40 con la diffusione di un nuovo mezzo di comunicazione, quale il telefono. Diminuì perciò la produzione e la gente usava sempre meno, col passare degli anni, la cartolina illustrata; quelle più vecchie per fortuna, in molti casi furono conservate in soffitta. Da circa vent’anni è tornato l’amore per il collezionismo delle cartoline del passato e, accanto a quelle del primo novecento, di formato più piccolo, sono state affiancate quelle più grandi, cm 10 per 15, degli anni 40/60 che proprio per il ridotto uso che ebbero, sono diventate anch’esse di non facile reperimento.
La riscoperta del passato, l’amore per le nostre radici, hanno fatto nascere nuovi collezionisti che si contendono il ritrovamento e l’acquisizione di questi rettangoli di cartoncino, ormai conservati gelosamente proprio come cimeli, spesso unico documento che ci resta dopo l’ineluttabile fine degli anziani, che quelle immagini conservano nella memoria.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline d'epoca (II)
La cartolina postale come predecessora della cartolina illustrata
Articolo pubblicato su Il Petrino del 11 settembre 2004 - anno III n° 9
Tutti riconoscono come sicura antenata della cartolina illustrata la cartolina postale, che fu proposta in Germania nel 1865 da un funzionario delle poste tedesche Henrich Von Stephan, ma utilizzata per la prima volta dalle poste austro-ungariche il 1/10/1869.
In Italia la prima cartolina postale vide la luce il 1° gennaio del 1874, ( dopo l'entrata in vigore del R.D. n. 1442 del 23 giugno 1873) uscendo anche con la versione “doppia” con risposta pagata, ossia con un'altra cartolina annessa che il mittente offriva al destinatario per una risposta gratuita. La cartolina postale con risposta pagata era composta da due parti piegate lungo una linea perforata per lo strappo e l'utilizzo; era di colore rosa con una seconda parte avorio per destinazioni nazionali, oppure verde per destinazioni internazionali. La cartolina semplice costava dieci centesimi (contro i venti di una lettera) e la doppia quindici. La cartolina postale, detta anche intero postale perché già comprensiva dell'affrancatura rappresentata da un'impronta a stampa di francobollo, era un cartoncino di cm 11,5 per 8. Nel lato anteriore, destinato all'indirizzo, all'interno di una cornice, vi era il francobollo prestampato con l'effige del re Vittorio Emanuele II, lo spazio per il bollo e la scritta Cartolina Postale; sotto questa scritta il valore della cartolina e cioè “Dieci Centesimi” e sotto a questa lo stemma sabaudo senza decorazioni; il lato opposto era dedicato alla corrispondenza.
Nel 1877 le cartoline postali cominciarono ad essere decorate con un trofeo di bandiere attorno allo stemma sabaudo; il formato era di cm 13,8 per 7,8. Il successo fu immediato e la cartolina postale ebbe un uso imponente specialmente fino a che il suo prezzo rimase più economico rispetto a quello della lettera. La cartolina postale fu riservata inizialmente al solo uso interno nello stato di emissione. La circolazione internazionale fu ammessa dal 1° luglio 1875, quando entrò in vigore il Trattato dell'Unione Postale Generale, che era stato firmato a Berna, da 22 paesi, il 9 ottobre 1874. Questa organizzazione cambiò il suo nome in Unione Postale Universale (UPU) nel congresso tenutosi a Parigi nel 1878; nello stesso congresso furono fissate le dimensioni massime accettate come standard per le cartoline postali, e cioè cm 9 per 14. Se si va ad esaminare un catalogo di “interi postali” italiani si può scoprire l'evoluzione della cartolina e leggere un'inconsueta e inedita storia dell'Italia attraverso i suoi valori postali e i loro usi. Ecco che dai primi esemplari con l'effige stampata di Vittorio Emanuele II, vediamo dopo pochi anni subentrare il figlio Umberto I, mentre i formati delle cartoline aumentano per due volte, nel 1878 e nel 1893. Vengono emessi i tipi per la corrispondenza con l'estero e i primi tipi celebrativi, anticipando di tre lustri i francobolli adesivi. In Gran Bretagna dal 1902 quello che viene chiamato il verso della cartolina illustrata (o recto nel caso di cartolina postale) viene diviso verticalmente in due parti uguali: a destra c'è lo spazio riservato all'indirizzo e all'affrancatura; a sinistra uno spazio bianco per le comunicazioni del mittente. In questo modo l'altro lato della cartolina resta completamente a disposizione dell'illustrazione. E' l'introduzione del cosiddetto “ divided back”, che in Italia avviene, nel 1906 sulle cartoline private, e nel 1908 sugli interi postali.
Nel 1919 un'apposita autorizzazione consente che sulle cartoline postali di Stato appaia un tassello pubblicitario di privati: sono decine e decine di minuscoli manifesti che ci offrono uno spaccato delle attività dell'epoca successiva alla grande guerra, quando i continui ritocchi tariffari ci fanno scoprire la nuova realtà della continua perdita di valore della lira. In seguito, con la presa del potere del Partito Nazionale Fascista, lo stemma sabaudo viene integrato con i fasci littori e negli anni '30, in contemporanea con un nuovo aumento del formato, appaiono vignette illustrate con le opere del regime, con la milizia nazionale, con svariate località turistiche. La cartoline postale caratterizza anche gli anni della seconda guerra mondiale e i seguenti. Prima con la stampa sulla sinistra di un grande motto “VINCEREMO”, poi, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, le due Italie divise procedono alla produzione di valori differenti con tariffe, norme ed usi specifici. Solo nel 1947, un anno dopo la sua proclamazione, vedono la luce i valori con intestazione “Repubblica Italiana”. Ora mentre la cartolina illustrata vive una sua esistenza soddisfacente se non brillante, la cartolina postale di Stato conosce una significativa flessione. Il costo pareggiato a quello della lettera attualmente di 0,45 euro sia per il tipo ordinario sia per quelle celebrative di manifestazioni ed avvenimenti ed i nuovi moderni mezzi di corrispondenza, quali il telefono il fax e la posta elettronica, ne hanno ridotto l'uso. Ma essa è tutt'altro che morente. Per esempio, un uso specifico viene richiesto dalle tantissime lotterie o dai giochi a quiz che si giovano della comodità offerta da un oggetto che non richiede l'apertura, che sarebbe necessaria con le buste, e quindi snellisce di molto il tempo necessario ai controlli.
Francesco Minneci
Articolo pubblicato su Il Petrino del 11 settembre 2004 - anno III n° 9
Tutti riconoscono come sicura antenata della cartolina illustrata la cartolina postale, che fu proposta in Germania nel 1865 da un funzionario delle poste tedesche Henrich Von Stephan, ma utilizzata per la prima volta dalle poste austro-ungariche il 1/10/1869.
In Italia la prima cartolina postale vide la luce il 1° gennaio del 1874, ( dopo l'entrata in vigore del R.D. n. 1442 del 23 giugno 1873) uscendo anche con la versione “doppia” con risposta pagata, ossia con un'altra cartolina annessa che il mittente offriva al destinatario per una risposta gratuita. La cartolina postale con risposta pagata era composta da due parti piegate lungo una linea perforata per lo strappo e l'utilizzo; era di colore rosa con una seconda parte avorio per destinazioni nazionali, oppure verde per destinazioni internazionali. La cartolina semplice costava dieci centesimi (contro i venti di una lettera) e la doppia quindici. La cartolina postale, detta anche intero postale perché già comprensiva dell'affrancatura rappresentata da un'impronta a stampa di francobollo, era un cartoncino di cm 11,5 per 8. Nel lato anteriore, destinato all'indirizzo, all'interno di una cornice, vi era il francobollo prestampato con l'effige del re Vittorio Emanuele II, lo spazio per il bollo e la scritta Cartolina Postale; sotto questa scritta il valore della cartolina e cioè “Dieci Centesimi” e sotto a questa lo stemma sabaudo senza decorazioni; il lato opposto era dedicato alla corrispondenza.
Nel 1877 le cartoline postali cominciarono ad essere decorate con un trofeo di bandiere attorno allo stemma sabaudo; il formato era di cm 13,8 per 7,8. Il successo fu immediato e la cartolina postale ebbe un uso imponente specialmente fino a che il suo prezzo rimase più economico rispetto a quello della lettera. La cartolina postale fu riservata inizialmente al solo uso interno nello stato di emissione. La circolazione internazionale fu ammessa dal 1° luglio 1875, quando entrò in vigore il Trattato dell'Unione Postale Generale, che era stato firmato a Berna, da 22 paesi, il 9 ottobre 1874. Questa organizzazione cambiò il suo nome in Unione Postale Universale (UPU) nel congresso tenutosi a Parigi nel 1878; nello stesso congresso furono fissate le dimensioni massime accettate come standard per le cartoline postali, e cioè cm 9 per 14. Se si va ad esaminare un catalogo di “interi postali” italiani si può scoprire l'evoluzione della cartolina e leggere un'inconsueta e inedita storia dell'Italia attraverso i suoi valori postali e i loro usi. Ecco che dai primi esemplari con l'effige stampata di Vittorio Emanuele II, vediamo dopo pochi anni subentrare il figlio Umberto I, mentre i formati delle cartoline aumentano per due volte, nel 1878 e nel 1893. Vengono emessi i tipi per la corrispondenza con l'estero e i primi tipi celebrativi, anticipando di tre lustri i francobolli adesivi. In Gran Bretagna dal 1902 quello che viene chiamato il verso della cartolina illustrata (o recto nel caso di cartolina postale) viene diviso verticalmente in due parti uguali: a destra c'è lo spazio riservato all'indirizzo e all'affrancatura; a sinistra uno spazio bianco per le comunicazioni del mittente. In questo modo l'altro lato della cartolina resta completamente a disposizione dell'illustrazione. E' l'introduzione del cosiddetto “ divided back”, che in Italia avviene, nel 1906 sulle cartoline private, e nel 1908 sugli interi postali.
Nel 1919 un'apposita autorizzazione consente che sulle cartoline postali di Stato appaia un tassello pubblicitario di privati: sono decine e decine di minuscoli manifesti che ci offrono uno spaccato delle attività dell'epoca successiva alla grande guerra, quando i continui ritocchi tariffari ci fanno scoprire la nuova realtà della continua perdita di valore della lira. In seguito, con la presa del potere del Partito Nazionale Fascista, lo stemma sabaudo viene integrato con i fasci littori e negli anni '30, in contemporanea con un nuovo aumento del formato, appaiono vignette illustrate con le opere del regime, con la milizia nazionale, con svariate località turistiche. La cartoline postale caratterizza anche gli anni della seconda guerra mondiale e i seguenti. Prima con la stampa sulla sinistra di un grande motto “VINCEREMO”, poi, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, le due Italie divise procedono alla produzione di valori differenti con tariffe, norme ed usi specifici. Solo nel 1947, un anno dopo la sua proclamazione, vedono la luce i valori con intestazione “Repubblica Italiana”. Ora mentre la cartolina illustrata vive una sua esistenza soddisfacente se non brillante, la cartolina postale di Stato conosce una significativa flessione. Il costo pareggiato a quello della lettera attualmente di 0,45 euro sia per il tipo ordinario sia per quelle celebrative di manifestazioni ed avvenimenti ed i nuovi moderni mezzi di corrispondenza, quali il telefono il fax e la posta elettronica, ne hanno ridotto l'uso. Ma essa è tutt'altro che morente. Per esempio, un uso specifico viene richiesto dalle tantissime lotterie o dai giochi a quiz che si giovano della comodità offerta da un oggetto che non richiede l'apertura, che sarebbe necessaria con le buste, e quindi snellisce di molto il tempo necessario ai controlli.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline d'epoca (III)
Articolo pubblicato su Il Petrino del 14 gennaio 2006 - anno V n° 1
Dalla cartolina postale alla cartolina illustrata
Con la fine del settecento, l’uso di lasciare su un cartoncino stampato o decorato dei complimenti o degli auguri si diffonde in tutta Europa e anche in America; c’è chi vuole vedere in questi due fatti un possibile antenato della cartolina illustrata, ma i più qualificati esperti di cartofilia rifiutano questa ipotesi. Altri fanno risalire la nascita della cartolina illustrata al 1797, quando il litografo tedesco Miesler mise in commercio per primo sue litografie ricordo di Berlino, formato cartolina, che furono subito oggetto di collezionismo, ma anche in questo caso gli esperti non sono d’accordo. In ogni caso tutto quanto sopra ricordato doveva viaggiare per posta sempre in busta chiusa, perché a quei tempi non esisteva alternativa.
La prima fase della trasformazione della semplice ed austera cartolina postale in cartolina illustrata si ebbe con le cartoline pubblicitarie commerciali; queste inizialmente furono cartoline postali sulle quali si apponeva un timbro della ditta emittente, timbro che si arricchì poi con fregi e decorazioni, fino a rappresentare anche il prodotto commercializzato.
L’amministrazione tollerò queste iniziative private; poi provvide essa stessa all’emissione di cartoline postali con illustrazioni, soprattutto commemorative. I privati iniziarono a pubblicare delle cartoline su cartoncini bianchi, senza francobollo prestampato, che però dovevano essere affrancate con la tariffa lettera. Finalmente arrivò l’autorizzazione all’uso di cartoline illustrate con la stessa tariffa prevista per quelle postali.
La fase successiva e determinante che trasformò veramente la cartolina postale in cartolina illustrata, fu la nascita delle cartoline commemorative, che si possono dividere in ufficiali, emesse dall’amministrazione postale, e in semiufficiali private, emesse da organizzazioni o comitati promotori di importanti manifestazioni per lo più di carattere nazionale con il placet dell’amministrazione postale. Tra le prime cartoline commemorative ufficiali, si ricorda quella emessa nel 1895 per il 25° anniversario della liberazione di Roma, e quella emessa per le nozze del principe ereditario, il futuro re d’Italia Vittorio Emanuele III, con la principessa Elena Petrovich del Montenegro.
Dal 1870 circa, si diffusero soprattutto in Germania le “gruss aus” che in tedesco significa “saluti da”. Queste erano cartoline riportanti dei “collage” litografici rappresentanti luoghi di interesse storico o turistici, con persone vestite coi costumi locali ambulanti e scene di vita quotidiana. Come si vede, le “gruss aus” erano cartoline particolarmente adatte ed usate nella corrispondenza vacanziera. Le “gruss aus”, che si diffusero anche in Italia dal 1885 in avanti, furono così le prime vere cartoline illustrate, paesaggistiche, e rientrano pertanto a pieno titolo nella tematica “Regionalismo”, della quale costituiscono il punto di partenza per ogni collezionista.
In Italia la tipografia Danesi di Roma pubblicò nel 1882 una serie di vedute preparate dal pittore Baldassarre Surdi. Nel negozio di biancheria del comm. Giosuè De Palma a Napoli vennero distribuite delle cartoline ottenute incollando al verso di una cartolina postale una striscia di carta con tre vedutine di Amalfi, Napoli e Capri. La data attribuita è il 1887, anche se non si conoscono esemplari usati per posta.
Dal 1° agosto 1889 entrarono in circolazione le “Cartoline Autorizzate dal Governo”. Esse vengono considerate la risposta italiana alle “gruss aus”, sono cartoline di produzione privata, illustrate con disegni monocromatici e poi anche con riprese fotografiche, che potevano viaggiare con un’affrancatura da 10 centesimi. Le prime cartoline illustrate autorizzate dal governo furono pubblicate dall’editore Danesi di Roma e mostrano monumenti e panorami delle più grandi città d’Italia.
Gli spazi riservati all’indirizzo, ai saluti, all’affrancatura e all’illustrazione, nelle prime cartoline illustrate autorizzate dal governo, erano sistemati in modo diverso dall’attuale: generalmente davanti, oltre all’illustrazione, vi erano righe riservate all’indirizzo e lo spazio riservato al francobollo, mentre il recto era tutto destinato alla corrispondenza
Francesco Minneci
Dalla cartolina postale alla cartolina illustrata
Con la fine del settecento, l’uso di lasciare su un cartoncino stampato o decorato dei complimenti o degli auguri si diffonde in tutta Europa e anche in America; c’è chi vuole vedere in questi due fatti un possibile antenato della cartolina illustrata, ma i più qualificati esperti di cartofilia rifiutano questa ipotesi. Altri fanno risalire la nascita della cartolina illustrata al 1797, quando il litografo tedesco Miesler mise in commercio per primo sue litografie ricordo di Berlino, formato cartolina, che furono subito oggetto di collezionismo, ma anche in questo caso gli esperti non sono d’accordo. In ogni caso tutto quanto sopra ricordato doveva viaggiare per posta sempre in busta chiusa, perché a quei tempi non esisteva alternativa.
La prima fase della trasformazione della semplice ed austera cartolina postale in cartolina illustrata si ebbe con le cartoline pubblicitarie commerciali; queste inizialmente furono cartoline postali sulle quali si apponeva un timbro della ditta emittente, timbro che si arricchì poi con fregi e decorazioni, fino a rappresentare anche il prodotto commercializzato.
L’amministrazione tollerò queste iniziative private; poi provvide essa stessa all’emissione di cartoline postali con illustrazioni, soprattutto commemorative. I privati iniziarono a pubblicare delle cartoline su cartoncini bianchi, senza francobollo prestampato, che però dovevano essere affrancate con la tariffa lettera. Finalmente arrivò l’autorizzazione all’uso di cartoline illustrate con la stessa tariffa prevista per quelle postali.
La fase successiva e determinante che trasformò veramente la cartolina postale in cartolina illustrata, fu la nascita delle cartoline commemorative, che si possono dividere in ufficiali, emesse dall’amministrazione postale, e in semiufficiali private, emesse da organizzazioni o comitati promotori di importanti manifestazioni per lo più di carattere nazionale con il placet dell’amministrazione postale. Tra le prime cartoline commemorative ufficiali, si ricorda quella emessa nel 1895 per il 25° anniversario della liberazione di Roma, e quella emessa per le nozze del principe ereditario, il futuro re d’Italia Vittorio Emanuele III, con la principessa Elena Petrovich del Montenegro.
Dal 1870 circa, si diffusero soprattutto in Germania le “gruss aus” che in tedesco significa “saluti da”. Queste erano cartoline riportanti dei “collage” litografici rappresentanti luoghi di interesse storico o turistici, con persone vestite coi costumi locali ambulanti e scene di vita quotidiana. Come si vede, le “gruss aus” erano cartoline particolarmente adatte ed usate nella corrispondenza vacanziera. Le “gruss aus”, che si diffusero anche in Italia dal 1885 in avanti, furono così le prime vere cartoline illustrate, paesaggistiche, e rientrano pertanto a pieno titolo nella tematica “Regionalismo”, della quale costituiscono il punto di partenza per ogni collezionista.
In Italia la tipografia Danesi di Roma pubblicò nel 1882 una serie di vedute preparate dal pittore Baldassarre Surdi. Nel negozio di biancheria del comm. Giosuè De Palma a Napoli vennero distribuite delle cartoline ottenute incollando al verso di una cartolina postale una striscia di carta con tre vedutine di Amalfi, Napoli e Capri. La data attribuita è il 1887, anche se non si conoscono esemplari usati per posta.
Dal 1° agosto 1889 entrarono in circolazione le “Cartoline Autorizzate dal Governo”. Esse vengono considerate la risposta italiana alle “gruss aus”, sono cartoline di produzione privata, illustrate con disegni monocromatici e poi anche con riprese fotografiche, che potevano viaggiare con un’affrancatura da 10 centesimi. Le prime cartoline illustrate autorizzate dal governo furono pubblicate dall’editore Danesi di Roma e mostrano monumenti e panorami delle più grandi città d’Italia.
Gli spazi riservati all’indirizzo, ai saluti, all’affrancatura e all’illustrazione, nelle prime cartoline illustrate autorizzate dal governo, erano sistemati in modo diverso dall’attuale: generalmente davanti, oltre all’illustrazione, vi erano righe riservate all’indirizzo e lo spazio riservato al francobollo, mentre il recto era tutto destinato alla corrispondenza
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline (IV)
Le tecniche di stampa
Articolo pubblicato su Il Petrino del 19 maggio 2012 - anno XI n° 5
Le più antiche cartoline furono stampate col metodo della litografia denominata “la stampa di pietra”. Il grafico raffigurava l’immagine riflessa come in uno specchio con l’uso di un gesso litografico che scriveva sul calcare di grana fino. Sulle parti non disegnate si riempivano i pori della superficie calcarea con un corrosivo; così facendo il disegno respingeva il corrosivo e accettava il colore. La stampa del disegno avveniva con l’uso del torchio, che comprimeva il cartoncino sullo stampo. Per la stampa tinta unica, al tipografo, occorrevano fino a quattro pietre per raggiungere la sfumatura necessaria. Per la stampa colorata servivano invece dieci-dodici pietre dove ogni colore ed ogni sfumatura si stampava separatamente. La stampa finale poi era a granula fine e così ogni cartolina con questo metodo diventava un piccolo capolavoro. A cavallo dell’ottocento fu diffusa l’eliotipia perché era meno esigente e meno cara. Lo stampo tipografico della pietra passò al vetro con l'uso della gelatina al cromo. Veniva preso un pezzo di vetro che era ricoperto di gelatina al cromo sulla quale veniva calcato in acqua una matrice formando così il negativo. Gli spazi impregnati dall’acqua respingevano il colore mentre gli spazi induriti dalla luce accettavano il colore. L’eliotipia assomiglia alla fotografia però la caratteristica rigatura di questa ultima emerge nel maggior ingrandimento. La stampa classica dei libri, che ha i particolari sopraelevati dalla lastra tipografica e si improntano sulla superficie, fu perfezionata come la cromotipia la quale si usa moltissimo nella stampa delle cartoline di genere e quelle artistiche. A cavallo del secolo le aziende Stengel, Lederer e Popper hanno introdotto la stampa delle cartoline plastiche. Si trovano anche cartoline con i pezzi di stoffa torchiati, sparse del tritume vitreo, dorate e decorate con i bottoni e le perle. La più perfetta tecnica era però la rotocaleografia stampa a incavo. Le prime cartoline stampate così risalgono all’inizio del secolo scorso pero più diffuse sono diventate negli anni 30.
La rotocaleografia è sempre a tinta unica con grande livello di sfumatura, spesso sfumata marrone, verde o blu. Nell'ingrandimento non risulta quasi nessuna rigatura. Dopo la prima guerra mondiale prevaleva la fotografia colorata a mano. Le fotocartoline venivano colorate con l’aiuto di una maschera sopra la quale il colore veniva spruzzato o applicato con un pennello. Il periodo d’oro finisce con la fine degli anni 30 del secolo scorso quando le tecniche classiche sono state eliminate dal metodo di bromografia, cioè un accrescimento fotochimica del negativo sulla carta fotografica a girella. Le cartoline stampate in tal modo permettevano di essere sfumate solo nel complesso. Così in sostanza è sparita la cartolina come un piccolo capolavoro. La tecnica della bromografia veniva usata fino agli anni ’60 del novecento dopo di che venne sostituita dalla tecnica attuale di fotolitografia offset.
Francesco Minneci
Articolo pubblicato su Il Petrino del 19 maggio 2012 - anno XI n° 5
Le più antiche cartoline furono stampate col metodo della litografia denominata “la stampa di pietra”. Il grafico raffigurava l’immagine riflessa come in uno specchio con l’uso di un gesso litografico che scriveva sul calcare di grana fino. Sulle parti non disegnate si riempivano i pori della superficie calcarea con un corrosivo; così facendo il disegno respingeva il corrosivo e accettava il colore. La stampa del disegno avveniva con l’uso del torchio, che comprimeva il cartoncino sullo stampo. Per la stampa tinta unica, al tipografo, occorrevano fino a quattro pietre per raggiungere la sfumatura necessaria. Per la stampa colorata servivano invece dieci-dodici pietre dove ogni colore ed ogni sfumatura si stampava separatamente. La stampa finale poi era a granula fine e così ogni cartolina con questo metodo diventava un piccolo capolavoro. A cavallo dell’ottocento fu diffusa l’eliotipia perché era meno esigente e meno cara. Lo stampo tipografico della pietra passò al vetro con l'uso della gelatina al cromo. Veniva preso un pezzo di vetro che era ricoperto di gelatina al cromo sulla quale veniva calcato in acqua una matrice formando così il negativo. Gli spazi impregnati dall’acqua respingevano il colore mentre gli spazi induriti dalla luce accettavano il colore. L’eliotipia assomiglia alla fotografia però la caratteristica rigatura di questa ultima emerge nel maggior ingrandimento. La stampa classica dei libri, che ha i particolari sopraelevati dalla lastra tipografica e si improntano sulla superficie, fu perfezionata come la cromotipia la quale si usa moltissimo nella stampa delle cartoline di genere e quelle artistiche. A cavallo del secolo le aziende Stengel, Lederer e Popper hanno introdotto la stampa delle cartoline plastiche. Si trovano anche cartoline con i pezzi di stoffa torchiati, sparse del tritume vitreo, dorate e decorate con i bottoni e le perle. La più perfetta tecnica era però la rotocaleografia stampa a incavo. Le prime cartoline stampate così risalgono all’inizio del secolo scorso pero più diffuse sono diventate negli anni 30.
La rotocaleografia è sempre a tinta unica con grande livello di sfumatura, spesso sfumata marrone, verde o blu. Nell'ingrandimento non risulta quasi nessuna rigatura. Dopo la prima guerra mondiale prevaleva la fotografia colorata a mano. Le fotocartoline venivano colorate con l’aiuto di una maschera sopra la quale il colore veniva spruzzato o applicato con un pennello. Il periodo d’oro finisce con la fine degli anni 30 del secolo scorso quando le tecniche classiche sono state eliminate dal metodo di bromografia, cioè un accrescimento fotochimica del negativo sulla carta fotografica a girella. Le cartoline stampate in tal modo permettevano di essere sfumate solo nel complesso. Così in sostanza è sparita la cartolina come un piccolo capolavoro. La tecnica della bromografia veniva usata fino agli anni ’60 del novecento dopo di che venne sostituita dalla tecnica attuale di fotolitografia offset.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline (V)
Le prime cartoline delle Madonie
Articolo pubblicato su Il Petrino del 17 novembre 2012 - anno XI n° 11
La nascita della cartolina illustrata, in generale, è stata individuata come soluzione all’esaurimento delle scorte di carta per lettere, durante la guerra franco-prussiana intorno al 1870 (vedi Il Petrino n° 9 del 12 luglio 2003). Sulle Madonie l’avvento del cartoncino in questione si ebbe solo con qualche decennio di ritardo, infatti le cartoline illustrate più vecchie che si conoscano trovano la loro collocazione nel biennio 1898 – 1900. Poi, a distanza di qualche anno arrivarono man mano tutte le altre. E in particolare notizie certe riguardano Cefalù, Petralia Sottana, Castelbuono, Caltavuturo, Gangi e qualche altro comune del comprensorio.
La cartolina cefaludese più vecchia porta il timbro postale del 23 settembre 1898. Edita dalla Meoben Dresden, fu stampata a Palermo presso lo stabilimento Milanese con la seguente didascalia: Cefalù – Abside della cattedrale. L’immagine occupa quasi un terzo della superficie del verso della cartolina ed è posta orizzontalmente rispetto alla verticalità della stessa, privilegiando lo spazio per lo scrivente.
Quella petralese, invece, reca il timbro postale del 29 agosto 1900. Si tratta di un vero e proprio precursore, viaggiata per Siracusa, spedita da Lucia d’Andria e indirizzata alla signorina Eugenia Pucci di Benisichi, porta al recto due francobolli da 1 centesimo della serie “Stemma Sabaudo” del 1896, uno sulla destra ed uno sulla sinistra della scritta Cartolina Postale Italiana. Non è possibile risalire direttamente all’editore, ma tutto lascia presupporre, anche in base alle pubblicazioni successive, che si tratti di un’edizione del fotografo Ettore Chiaramente che per lungo tempo operò a Petralia Sottana. L’immagine, ripresa dal piano di San Rocco, occupa i tre quarti del verso e mette in risalto il panorama dell’incrocio tra via Vittorio Veneto e via Cappuccini con in bella evidenza il giardino dell’ex Inam.
Nella cartolina di Castelbuono, viaggiata il 3 marzo 1902, non viene specificato l’editore (quasi sicuramente non castelbuonese), né lo stampatore, presenta al verso l’immagine completamente in azzurro e sotto la didascalia: Santuario di San Gugliemo – Castelbuono. Al recto, in alto, la dicitura Cartolina Postale Italiana (che però è cancellata), l’indirizzo del destinatario e il timbro ad un solo cerchio sul francobollo rosso mattone da 2 centesimi della serie “Floreale” (del 1901) raffigurante l’aquila.
Caltavuturo per la sua prima cartolina si affidò invece all’esperienza del fotografo cefaludese Michele Brocato. Il timbro del 12 settembre 1903 è impresso su un francobollo da 2 centesimi della serie “Aquila Sabauda” e la cartolina è viaggiata per Cagliari. La scritta Cartolina Postale Italiana è cancellata (in questo modo veniva fatta viaggiare come stampa con tariffa ridotta visto che ancora non esisteva la tariffa di cartolina postale). Al verso la scritta “Souvenir di Caltavuturo”, con l’immagine sullo sfondo del panorama del paese presenta in primo piano due persone di cui non si conosce l’identità, metà dello spazio è lasciato libero per il messaggio.
La cartolina più antica spedita da Gangi (l’8 settembre 1904) fa parte invece di una serie (di cui fin’ora se ne conoscono solo quattro) edita da Giuseppe Albergamo. La serie reca una numerazione che va da 3285 a 3288. La missiva inviata a Palermo da Rosa Li Destri porta al verso un “Panorama di Gangi”, ripreso circa un decennio dopo da Francesco Paolo Polizzano con la dicitura “Gangi – Veduta da Ponente”. Al recto, anche in questo caso, la dicitura Cartolina Postale Italiana è cancellata e l’affrancatura è rappresentata dal 2 centesimi della serie Aquila Sabauda del 1901.
Per quanto riguarda Alimena esistono dei veri e propri precursori, una di queste indirizzate a Pietro Mirone di New York è stata spedita il 1° aprile del 1906. Al verso riporta un’immagine gemella dove a penna è scritto “Alimena – Lavandaie”. Il mittente scrive chiaramente che sta inviando il seguito di una collezione fotografica di Alimena. Al recto l’affrancatura da 15 centesimi (tre francobolli da 5 centesimi cadauno della serie Aquila Sabauda) ricopre quasi interamente la scritta Cartolina Postale Italiana.
La prima cartolina conosciuta di Petralia Soprana non è purtroppo datata e non reca il timbro postale, ma l’editore Antonino Maccaluso è quasi certo che si servì dello stabilimento Forzano di Borgo San Lorenzo che nel 1902 stampò anche una serie di Petralia Sottana per Ettore Chiaramente. Al recto è visibile la scritta Cartolina Postale Italiana (Carte Postale d’Italie), mentre al verso oltre al nome dell’editore è riportato il numero 1871 e la didascalia “Petralia Soprana – Chiesa Oreto”.
A Castellana Sicula le cartoline fecero la loro comparsa un pò più tardi rispetto a tutti gli altri paesi madoniti, tuttavia la prima, dove si può scorgere una parte dell’attuale corso Mazzini, fa parte di una serie di otto edita da Ettore Chiaramente. Le prime sette (da 1855 a 1861) riportano scorci e panorami di Petralia Sottana, l’ultima (1862) presenta invece la seguente didascalia: “Petralia Sottana – Borgata Castellana (Via Nazionale)”. Al verso è ritratto il pezzo di corso adiacente la chiesa con una macchina da corsa. Si tratta in realtà del passaggio del barone De Caters su Itala durante l’edizione del 1906 della Targa Florio. La cartolina, tra l’altro abbastanza rara, affrancata con un dieci centesimi della serie Leoni è stata timbrata il 15 settembre del 1909 e spedita a Villarbasse.
Francesco Minneci
Articolo pubblicato su Il Petrino del 17 novembre 2012 - anno XI n° 11
La nascita della cartolina illustrata, in generale, è stata individuata come soluzione all’esaurimento delle scorte di carta per lettere, durante la guerra franco-prussiana intorno al 1870 (vedi Il Petrino n° 9 del 12 luglio 2003). Sulle Madonie l’avvento del cartoncino in questione si ebbe solo con qualche decennio di ritardo, infatti le cartoline illustrate più vecchie che si conoscano trovano la loro collocazione nel biennio 1898 – 1900. Poi, a distanza di qualche anno arrivarono man mano tutte le altre. E in particolare notizie certe riguardano Cefalù, Petralia Sottana, Castelbuono, Caltavuturo, Gangi e qualche altro comune del comprensorio.
La cartolina cefaludese più vecchia porta il timbro postale del 23 settembre 1898. Edita dalla Meoben Dresden, fu stampata a Palermo presso lo stabilimento Milanese con la seguente didascalia: Cefalù – Abside della cattedrale. L’immagine occupa quasi un terzo della superficie del verso della cartolina ed è posta orizzontalmente rispetto alla verticalità della stessa, privilegiando lo spazio per lo scrivente.
Quella petralese, invece, reca il timbro postale del 29 agosto 1900. Si tratta di un vero e proprio precursore, viaggiata per Siracusa, spedita da Lucia d’Andria e indirizzata alla signorina Eugenia Pucci di Benisichi, porta al recto due francobolli da 1 centesimo della serie “Stemma Sabaudo” del 1896, uno sulla destra ed uno sulla sinistra della scritta Cartolina Postale Italiana. Non è possibile risalire direttamente all’editore, ma tutto lascia presupporre, anche in base alle pubblicazioni successive, che si tratti di un’edizione del fotografo Ettore Chiaramente che per lungo tempo operò a Petralia Sottana. L’immagine, ripresa dal piano di San Rocco, occupa i tre quarti del verso e mette in risalto il panorama dell’incrocio tra via Vittorio Veneto e via Cappuccini con in bella evidenza il giardino dell’ex Inam.
Nella cartolina di Castelbuono, viaggiata il 3 marzo 1902, non viene specificato l’editore (quasi sicuramente non castelbuonese), né lo stampatore, presenta al verso l’immagine completamente in azzurro e sotto la didascalia: Santuario di San Gugliemo – Castelbuono. Al recto, in alto, la dicitura Cartolina Postale Italiana (che però è cancellata), l’indirizzo del destinatario e il timbro ad un solo cerchio sul francobollo rosso mattone da 2 centesimi della serie “Floreale” (del 1901) raffigurante l’aquila.
Caltavuturo per la sua prima cartolina si affidò invece all’esperienza del fotografo cefaludese Michele Brocato. Il timbro del 12 settembre 1903 è impresso su un francobollo da 2 centesimi della serie “Aquila Sabauda” e la cartolina è viaggiata per Cagliari. La scritta Cartolina Postale Italiana è cancellata (in questo modo veniva fatta viaggiare come stampa con tariffa ridotta visto che ancora non esisteva la tariffa di cartolina postale). Al verso la scritta “Souvenir di Caltavuturo”, con l’immagine sullo sfondo del panorama del paese presenta in primo piano due persone di cui non si conosce l’identità, metà dello spazio è lasciato libero per il messaggio.
La cartolina più antica spedita da Gangi (l’8 settembre 1904) fa parte invece di una serie (di cui fin’ora se ne conoscono solo quattro) edita da Giuseppe Albergamo. La serie reca una numerazione che va da 3285 a 3288. La missiva inviata a Palermo da Rosa Li Destri porta al verso un “Panorama di Gangi”, ripreso circa un decennio dopo da Francesco Paolo Polizzano con la dicitura “Gangi – Veduta da Ponente”. Al recto, anche in questo caso, la dicitura Cartolina Postale Italiana è cancellata e l’affrancatura è rappresentata dal 2 centesimi della serie Aquila Sabauda del 1901.
Per quanto riguarda Alimena esistono dei veri e propri precursori, una di queste indirizzate a Pietro Mirone di New York è stata spedita il 1° aprile del 1906. Al verso riporta un’immagine gemella dove a penna è scritto “Alimena – Lavandaie”. Il mittente scrive chiaramente che sta inviando il seguito di una collezione fotografica di Alimena. Al recto l’affrancatura da 15 centesimi (tre francobolli da 5 centesimi cadauno della serie Aquila Sabauda) ricopre quasi interamente la scritta Cartolina Postale Italiana.
La prima cartolina conosciuta di Petralia Soprana non è purtroppo datata e non reca il timbro postale, ma l’editore Antonino Maccaluso è quasi certo che si servì dello stabilimento Forzano di Borgo San Lorenzo che nel 1902 stampò anche una serie di Petralia Sottana per Ettore Chiaramente. Al recto è visibile la scritta Cartolina Postale Italiana (Carte Postale d’Italie), mentre al verso oltre al nome dell’editore è riportato il numero 1871 e la didascalia “Petralia Soprana – Chiesa Oreto”.
A Castellana Sicula le cartoline fecero la loro comparsa un pò più tardi rispetto a tutti gli altri paesi madoniti, tuttavia la prima, dove si può scorgere una parte dell’attuale corso Mazzini, fa parte di una serie di otto edita da Ettore Chiaramente. Le prime sette (da 1855 a 1861) riportano scorci e panorami di Petralia Sottana, l’ultima (1862) presenta invece la seguente didascalia: “Petralia Sottana – Borgata Castellana (Via Nazionale)”. Al verso è ritratto il pezzo di corso adiacente la chiesa con una macchina da corsa. Si tratta in realtà del passaggio del barone De Caters su Itala durante l’edizione del 1906 della Targa Florio. La cartolina, tra l’altro abbastanza rara, affrancata con un dieci centesimi della serie Leoni è stata timbrata il 15 settembre del 1909 e spedita a Villarbasse.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline d’epoca (VI)
La prima serie di cartoline di Petralia Sottana
Articolo pubblicato su Il Petrino del 16 febbraio 2019 - anno XVIII n° 2
Oggi, dopo parecchio tempo, torno ad occuparmi di cartoline d’epoca, sostanzialmente perché sollecitato da un amico che mi ha richiesto informazioni a proposito di una vecchia cartolina ritrovata in un cassetto a casa della nonna. Traendo spunto da ciò voglio riportare all’attenzione dei nostri lettori, ma soprattutto degli appassionati, una serie di cartoline ormai molto antica, la prima serie in assoluto della lunga produzione di Petralia Sottana (e proprio perché la cartolina rinvenuta fa parte di questa prima serie). Abbiamo avuto modo di sottolineare, in qualche articolo precedente, come la produzione di cartoline di Petralia Sottana è da considerarsi la più interessante e la più copiosa di tutti i comuni madoniti (con la sola esclusione delle cartoline pubblicate a Cefalù, la cui diffusione iniziò solo qualche anno prima rispetto a quelle di Petralia Sottana).
Petralia Sottana diede vita alla pubblicazione di questi “cartoncini” alla fine dell’ottocento con le cartoline pubblicitarie e
di rappresentanza, comunissime di quel periodo sono quelle di rappresentanza della “Tipografia delle Nebrodi” e dei “F.lli Pucci & Calascibetta”, meno comuni le pubblicitarie della “Ditta Rossi – Gaudio – Poliziotti” o de “Il Pensiero delle Madonie” (giornale letterario artistico di Petralia Sottana che iniziò le pubblicazioni il 22 luglio 1906). Già nei primi mesi dell’anno 1901 Ettore Chiaramente, rinomato fotografo con studio proprio in Corso Paolo Agliata, stava lavorando su alcune foto che ritraevano scorci del paese e particolari momenti di vita quotidiana. Dopo l’edizione in proprio di alcuni pezzi che a ragione devono considerarsi dei veri e propri precursori della produzione petralese, il signor Ettore pensò bene di perfezionare quanto stava proponendo ai petralesi, ai turisti e a tutti i frequentatori della cittadina trasformando le sue bozze in una vera e propria serie di cartoline. Quattro cartoline interessantissime i cui soggetti furono scelti con molta meticolosità da Chiaramente che affidò la pubblicazione delle stesse all’editore Forzano di Borgo San Lorenzo. Di questa prima serie ne circolarono nei primi anni del decennio due edizioni, la prima che fu diffusa ad iniziare dai primi mesi del 1901 e la seconda con identici soggetti che fu pubblicata solo qualche anno più tardi. Probabilmente il Chiaramente non si aspettava un simile successo e la tiratura della prima serie fu molto ridotta tanto che le scorte si esaurirono in appena 24 mesi, motivo per cui si rese necessaria una ristampa.
La prima edizione è riconoscibile dalla seconda perché le cartoline al verso oltre alla didascalia del soggetto riportano la scritta “Fotogr. Chiaramente” da un lato e “Forzano – Editore – Borgo S. Lorenzo” dall’altro. Nella ristampa scompare il nome del fotografo petralese e a sinistra le cartoline recano un numero (certamente il numero progressivo di pubblicazione della ditta) e la scritta “Stab. Forzano – Borgo S.Lorenzo”.
La cartolina n° 221 riporta la didascalia “Corso Paolo Agliata (preso dal largo S.Croce)”. Il Largo S.Croce era l’attuale Piazza Antonio Gramsci proprio di fronte alla chiesa dei SS. Marco e Biagio, è visibile il tratto del Corso Paolo Agliata che da li arriva fin davanti la casa comunale, con in bella evidenza, a destra lo stabile dell’odierna SOMS (allora composto da piano terra e primo piano) e a sinistra il Collegio di Maria con la casa Porrivecchi. Al centro del Corso assieme a diverse persone che animano la strada un carretto, comunissimo mezzo di trasporto dell’epoca.
La cartolina n° 222 è una composita di due immagini, una più piccola e l’altra di dimensioni maggiori.Nella più piccola fa bella mostra di sé il Palazzo Comunale, nuovissimo di realizzazione, con a lato il palazzo Pucci a quel tempo composto dal piano terra e da un primo piano con tre bei balconi e di un secondo con tre sole finestre. Nell’immagine più grande è visibile uno spaccato di vita petralese, il tratto di Corso Paolo Agliata che dal Municipio va fino a Piazza Fontana (oggi Piazza della Vittoria), gremito di gente abbigliati con costumi dell’epoca ed interessanti “scapolari”.
La cartolina n° 223, l’unica in formato verticale, riporta la didascalia “Meridiana e Castello”. L’immagine ripresa quasi da davanti la chiesa di S.Francesco propone tutta la parte del Corso Paolo Agliata di fronte al Teatro della Rabba, il campanile della Misericordia e sullo sfondo in alto i ruderi del vecchio castello di Petralia Sottana. All’occhio dell’attento osservatore non può sfuggire, sulla parte destra, la fila di botteghe artigiane ubicate sotto i portici con le classiche “banconate” che ricoprivano metà dell’ingresso e che erano visibili in alcuni punti del Corso fino agli anni settanta. Un’altra interessante curiosità, è visibile un lume ad acetilene adibito in quel tempo, assieme a tanti altri, all’illuminazione del Corso perché la corrente elettrica arrivò a Petralia Sottana qualche lustro più tardi.
La cartolina n° 224 riporta la didascalia “Petralia Sottana – Panorama”. Un panorama ripreso dalla contrada Cirauli in cui spiccano comunque i nuovi archi di Piazza Duomo, freschi di realizzazione e il cantiere per la realizzazione del Cimitero Comunale a valle dell’abitato.
Le cartoline come detto furono spedite a partire dai primi mesi del 1901 e rimasero in circolazione fino al 1907/08 quando, esauritesi, furono soppiantate da una seconda serie sempre proposta dal Chiaramente ma che propose tanti altri nuovi soggetti.
Francesco Minneci
La prima serie di cartoline di Petralia Sottana
Articolo pubblicato su Il Petrino del 16 febbraio 2019 - anno XVIII n° 2
Oggi, dopo parecchio tempo, torno ad occuparmi di cartoline d’epoca, sostanzialmente perché sollecitato da un amico che mi ha richiesto informazioni a proposito di una vecchia cartolina ritrovata in un cassetto a casa della nonna. Traendo spunto da ciò voglio riportare all’attenzione dei nostri lettori, ma soprattutto degli appassionati, una serie di cartoline ormai molto antica, la prima serie in assoluto della lunga produzione di Petralia Sottana (e proprio perché la cartolina rinvenuta fa parte di questa prima serie). Abbiamo avuto modo di sottolineare, in qualche articolo precedente, come la produzione di cartoline di Petralia Sottana è da considerarsi la più interessante e la più copiosa di tutti i comuni madoniti (con la sola esclusione delle cartoline pubblicate a Cefalù, la cui diffusione iniziò solo qualche anno prima rispetto a quelle di Petralia Sottana).
Petralia Sottana diede vita alla pubblicazione di questi “cartoncini” alla fine dell’ottocento con le cartoline pubblicitarie e
di rappresentanza, comunissime di quel periodo sono quelle di rappresentanza della “Tipografia delle Nebrodi” e dei “F.lli Pucci & Calascibetta”, meno comuni le pubblicitarie della “Ditta Rossi – Gaudio – Poliziotti” o de “Il Pensiero delle Madonie” (giornale letterario artistico di Petralia Sottana che iniziò le pubblicazioni il 22 luglio 1906). Già nei primi mesi dell’anno 1901 Ettore Chiaramente, rinomato fotografo con studio proprio in Corso Paolo Agliata, stava lavorando su alcune foto che ritraevano scorci del paese e particolari momenti di vita quotidiana. Dopo l’edizione in proprio di alcuni pezzi che a ragione devono considerarsi dei veri e propri precursori della produzione petralese, il signor Ettore pensò bene di perfezionare quanto stava proponendo ai petralesi, ai turisti e a tutti i frequentatori della cittadina trasformando le sue bozze in una vera e propria serie di cartoline. Quattro cartoline interessantissime i cui soggetti furono scelti con molta meticolosità da Chiaramente che affidò la pubblicazione delle stesse all’editore Forzano di Borgo San Lorenzo. Di questa prima serie ne circolarono nei primi anni del decennio due edizioni, la prima che fu diffusa ad iniziare dai primi mesi del 1901 e la seconda con identici soggetti che fu pubblicata solo qualche anno più tardi. Probabilmente il Chiaramente non si aspettava un simile successo e la tiratura della prima serie fu molto ridotta tanto che le scorte si esaurirono in appena 24 mesi, motivo per cui si rese necessaria una ristampa.
La prima edizione è riconoscibile dalla seconda perché le cartoline al verso oltre alla didascalia del soggetto riportano la scritta “Fotogr. Chiaramente” da un lato e “Forzano – Editore – Borgo S. Lorenzo” dall’altro. Nella ristampa scompare il nome del fotografo petralese e a sinistra le cartoline recano un numero (certamente il numero progressivo di pubblicazione della ditta) e la scritta “Stab. Forzano – Borgo S.Lorenzo”.
La cartolina n° 221 riporta la didascalia “Corso Paolo Agliata (preso dal largo S.Croce)”. Il Largo S.Croce era l’attuale Piazza Antonio Gramsci proprio di fronte alla chiesa dei SS. Marco e Biagio, è visibile il tratto del Corso Paolo Agliata che da li arriva fin davanti la casa comunale, con in bella evidenza, a destra lo stabile dell’odierna SOMS (allora composto da piano terra e primo piano) e a sinistra il Collegio di Maria con la casa Porrivecchi. Al centro del Corso assieme a diverse persone che animano la strada un carretto, comunissimo mezzo di trasporto dell’epoca.
La cartolina n° 222 è una composita di due immagini, una più piccola e l’altra di dimensioni maggiori.Nella più piccola fa bella mostra di sé il Palazzo Comunale, nuovissimo di realizzazione, con a lato il palazzo Pucci a quel tempo composto dal piano terra e da un primo piano con tre bei balconi e di un secondo con tre sole finestre. Nell’immagine più grande è visibile uno spaccato di vita petralese, il tratto di Corso Paolo Agliata che dal Municipio va fino a Piazza Fontana (oggi Piazza della Vittoria), gremito di gente abbigliati con costumi dell’epoca ed interessanti “scapolari”.
La cartolina n° 223, l’unica in formato verticale, riporta la didascalia “Meridiana e Castello”. L’immagine ripresa quasi da davanti la chiesa di S.Francesco propone tutta la parte del Corso Paolo Agliata di fronte al Teatro della Rabba, il campanile della Misericordia e sullo sfondo in alto i ruderi del vecchio castello di Petralia Sottana. All’occhio dell’attento osservatore non può sfuggire, sulla parte destra, la fila di botteghe artigiane ubicate sotto i portici con le classiche “banconate” che ricoprivano metà dell’ingresso e che erano visibili in alcuni punti del Corso fino agli anni settanta. Un’altra interessante curiosità, è visibile un lume ad acetilene adibito in quel tempo, assieme a tanti altri, all’illuminazione del Corso perché la corrente elettrica arrivò a Petralia Sottana qualche lustro più tardi.
La cartolina n° 224 riporta la didascalia “Petralia Sottana – Panorama”. Un panorama ripreso dalla contrada Cirauli in cui spiccano comunque i nuovi archi di Piazza Duomo, freschi di realizzazione e il cantiere per la realizzazione del Cimitero Comunale a valle dell’abitato.
Le cartoline come detto furono spedite a partire dai primi mesi del 1901 e rimasero in circolazione fino al 1907/08 quando, esauritesi, furono soppiantate da una seconda serie sempre proposta dal Chiaramente ma che propose tanti altri nuovi soggetti.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline (VII)
Le cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie (prima parte)
Abbiamo già avuto modo di ribadire come è avvenuto il processo di evoluzione che ha permesso di passare dalla cartolina postale a quella illustrata (Il Petrino n° 1 del gennaio 2006).
Brevemente ricordiamo che la transizione dalla cartolina postale emessa dall'Amministrazione Postale a quella illustrata di produzione privata avvenne in maniera graduale, e seguì le stesse tappe in tutte le nazioni: editori intraprendenti iniziarono a stampare decorazioni, brevi frasi augurali o messaggi commerciali al verso di una cantolina postale. L'Amministrazione tollerò queste iniziative private, poi provvide essa stessa all’emissione di cartoline postali con illustrazioni, soprattutto commemorative. I privati iniziarono a pubblicare delle cartoline su cartoncini bianchi, senza francobollo prestampato, che però dovevano essere affrancate con la tariffa lettera (10 centesimi), solo più tardi (01/09/1905) arrivò l’autorizzazione all’uso di cartoline illustrate con la stessa tariffa prevista per quelle postali (cent. 5).
La prima fase della trasformazione della semplice ed austera cartolina postale in cartolina illustrata si ebbe comunque con le cartoline pubblicitarie commerciali. Queste inizialmente furono cartoline postali sulle quali si apponeva il timbro della ditta emittente, timbro che si arricchì poi con fregi e decorazioni, fino a rappresentare anche il prodotto commercializzato.
Nel congresso U.P.U. (Unione Postale Universale) tenutosi a Washington nel 1897 venne riconosciuta la validità internazionale delle cartoline private.
In Italia la tipografia Danesi di Roma fu la prima a pubblicare nel 1882 una serie di vedute preparate dal pittore Baldassarre Surdi. Nel negozio di biancheria del comm. Giosuè De Palma a Napoli furono distribuite delle cartoline ottenute incollando al verso di una cartolina postale una striscia di carta con tre vedutine di Amalfi, Napoli e Capri. La data attribuita è del 1887, anche se non si conoscono esemplari usati per posta.
Nelle Madonie la cartolina commerciale e di rappresentanza fece la sua prima apparizione addirittura alcuni anni prima che iniziasse la produzione di cartoline illustrate.
La prima in assoluta di cui abbiamo notizia è una cartolina della ditta Colluzio Gioacchino di Alessandro negoziante in tessuti e generi diversi di Polizzi Generosa. La cartolina con cui si chiedeva la spedizione (alla stazione ferroviaria di Termini Imerese) di un bottaccio di vino vermouth da 25 litri e del catalogo dei prodotti fu spedita dal centro madonita il 30 luglio 1898 alla Martini e Sala fabbricanti di vino vermouth di Torino.
Sempre a Polizzi Generosa una normale cartolina postale da 10 cent. fu trasformata in cartolina di rappresentanza con la semplice apposizione di un avvenente timbro. La missiva personalizzata dalla Filarmonica di Polizzi Generosa fu inviata al sindaco del Comune di Isnello il 7 agosto 1900 e il Maestro di Cappella delle chiese di Polizzi nonché Direttore della locale Filarmonica, prof. Gandolfo Bajardi, proponeva al primo cittadino un servizio funebre completo (Preludio, Messa e Libera) per i funerali del compianto Re Umberto I assassinato qualche giorno prima.
Contemporaneamente a Petralia Sottana la Tipografia delle Nebrodi metteva in circolazione una propria cartolina di rappresentanza. Uno dei primi esemplari fu spedito il 24 ottobre 1899, ed affrancata con una marca da bollo di 5 cent., dal tipografo Calogero Pollara alla tesoreria del Comune di Isnello, il Pollara dava conferma di aver ricevuto vaglia postale di lire 15,30 quale pagamento del lavoro eseguito (stampati scolastici).
Nei primi anni del ‘900 anche la ditta Rossi-Gaudio-Polizzotti rappresentanza di Case Estere e Nazionali con grandi depositi e Empori di Petralia Sottana disponeva di un cartolina propria. In quella inviata il 17 gennaio 1904 alla Martini e Rossi fabbrica di vermouth di Torino i tre soci chiedevano la rappresentanza della fabbrica torinese a Petralia Sottana.
Per quanto riguarda Petralia Soprana la prima testimonianza di cui disponiamo è relativa ad una cartolina del signor Sabatino Giuseppe fu Michele - Negozio di generi diversi – che il 17 giugno 1913 richiedeva alla ditta Mirabella (Ignazio) di Termini Imerese il prezzo di 50 kg di creta di Sciacca e quello della lamiera calcarizzata. La cartolina era stata stampata presso la Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana.
Rarissima testimonianza anche da Castellana Sicula, al tempo frazione di Petralia Sottana. Camillo & Stefano Riggio, rivenditori di legnami, mattonelle in cemento, chincaglierie, accessori per cacciatori, cartoleria, salsamenteria ecc. con negozi in via Nuova e Piazza della Fontana, il 23 settembre 1913 richiedevano i prezzi di chiodi cavallo, olio di lino, pali di ferro, pali di acciaio ed altri articoli sempre alla ditta Mirabella di Termini Imerese. Anche questa cartolina era stata stampata dalla Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana.
Francesco Minneci
Le cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie (prima parte)
Abbiamo già avuto modo di ribadire come è avvenuto il processo di evoluzione che ha permesso di passare dalla cartolina postale a quella illustrata (Il Petrino n° 1 del gennaio 2006).
Brevemente ricordiamo che la transizione dalla cartolina postale emessa dall'Amministrazione Postale a quella illustrata di produzione privata avvenne in maniera graduale, e seguì le stesse tappe in tutte le nazioni: editori intraprendenti iniziarono a stampare decorazioni, brevi frasi augurali o messaggi commerciali al verso di una cantolina postale. L'Amministrazione tollerò queste iniziative private, poi provvide essa stessa all’emissione di cartoline postali con illustrazioni, soprattutto commemorative. I privati iniziarono a pubblicare delle cartoline su cartoncini bianchi, senza francobollo prestampato, che però dovevano essere affrancate con la tariffa lettera (10 centesimi), solo più tardi (01/09/1905) arrivò l’autorizzazione all’uso di cartoline illustrate con la stessa tariffa prevista per quelle postali (cent. 5).
La prima fase della trasformazione della semplice ed austera cartolina postale in cartolina illustrata si ebbe comunque con le cartoline pubblicitarie commerciali. Queste inizialmente furono cartoline postali sulle quali si apponeva il timbro della ditta emittente, timbro che si arricchì poi con fregi e decorazioni, fino a rappresentare anche il prodotto commercializzato.
Nel congresso U.P.U. (Unione Postale Universale) tenutosi a Washington nel 1897 venne riconosciuta la validità internazionale delle cartoline private.
In Italia la tipografia Danesi di Roma fu la prima a pubblicare nel 1882 una serie di vedute preparate dal pittore Baldassarre Surdi. Nel negozio di biancheria del comm. Giosuè De Palma a Napoli furono distribuite delle cartoline ottenute incollando al verso di una cartolina postale una striscia di carta con tre vedutine di Amalfi, Napoli e Capri. La data attribuita è del 1887, anche se non si conoscono esemplari usati per posta.
Nelle Madonie la cartolina commerciale e di rappresentanza fece la sua prima apparizione addirittura alcuni anni prima che iniziasse la produzione di cartoline illustrate.
La prima in assoluta di cui abbiamo notizia è una cartolina della ditta Colluzio Gioacchino di Alessandro negoziante in tessuti e generi diversi di Polizzi Generosa. La cartolina con cui si chiedeva la spedizione (alla stazione ferroviaria di Termini Imerese) di un bottaccio di vino vermouth da 25 litri e del catalogo dei prodotti fu spedita dal centro madonita il 30 luglio 1898 alla Martini e Sala fabbricanti di vino vermouth di Torino.
Sempre a Polizzi Generosa una normale cartolina postale da 10 cent. fu trasformata in cartolina di rappresentanza con la semplice apposizione di un avvenente timbro. La missiva personalizzata dalla Filarmonica di Polizzi Generosa fu inviata al sindaco del Comune di Isnello il 7 agosto 1900 e il Maestro di Cappella delle chiese di Polizzi nonché Direttore della locale Filarmonica, prof. Gandolfo Bajardi, proponeva al primo cittadino un servizio funebre completo (Preludio, Messa e Libera) per i funerali del compianto Re Umberto I assassinato qualche giorno prima.
Contemporaneamente a Petralia Sottana la Tipografia delle Nebrodi metteva in circolazione una propria cartolina di rappresentanza. Uno dei primi esemplari fu spedito il 24 ottobre 1899, ed affrancata con una marca da bollo di 5 cent., dal tipografo Calogero Pollara alla tesoreria del Comune di Isnello, il Pollara dava conferma di aver ricevuto vaglia postale di lire 15,30 quale pagamento del lavoro eseguito (stampati scolastici).
Nei primi anni del ‘900 anche la ditta Rossi-Gaudio-Polizzotti rappresentanza di Case Estere e Nazionali con grandi depositi e Empori di Petralia Sottana disponeva di un cartolina propria. In quella inviata il 17 gennaio 1904 alla Martini e Rossi fabbrica di vermouth di Torino i tre soci chiedevano la rappresentanza della fabbrica torinese a Petralia Sottana.
Per quanto riguarda Petralia Soprana la prima testimonianza di cui disponiamo è relativa ad una cartolina del signor Sabatino Giuseppe fu Michele - Negozio di generi diversi – che il 17 giugno 1913 richiedeva alla ditta Mirabella (Ignazio) di Termini Imerese il prezzo di 50 kg di creta di Sciacca e quello della lamiera calcarizzata. La cartolina era stata stampata presso la Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana.
Rarissima testimonianza anche da Castellana Sicula, al tempo frazione di Petralia Sottana. Camillo & Stefano Riggio, rivenditori di legnami, mattonelle in cemento, chincaglierie, accessori per cacciatori, cartoleria, salsamenteria ecc. con negozi in via Nuova e Piazza della Fontana, il 23 settembre 1913 richiedevano i prezzi di chiodi cavallo, olio di lino, pali di ferro, pali di acciaio ed altri articoli sempre alla ditta Mirabella di Termini Imerese. Anche questa cartolina era stata stampata dalla Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline (VII)
Le cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie (seconda parte)
Per quanto riguarda le cartoline di rappresentanza la Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana, tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento, fu l’editore di gran lunga più prolifico, anche perché in zona non ebbe grande concorrenza. Una delle prime cartoline di rappresentanza che fu commissionata da terzi alla stamperia di Domenico Pollara fu quella del Letterario Artistico “Il Pensiero delle Madonie” che iniziò le proprie pubblicazioni a Petralia Sottana il 22 luglio 1906. La cartolina molto semplice, sullo stesso stile di quella edita alcuni anni prima per la stessa tipografia, recava sul fronte l’intestazione “Il Pensiero delle Madonie – Petralia Sottana” e lo spazio destinato all’indirizzo preceduto da un “Ill.mo Signor”, al retro era scritto “Petralia Sottana, li ……..190..” quindi Sig. ….. e 19 righe dove si poteva esporre il messaggio da inviare.
La cartolina fu utilizzata per tutta la breve vita del giornale, anche perché astutamente il Pollara, come sua abitudine, aveva lasciato la possibilità di completare l’anno della data a penna ed avendo stampato solo 190… aveva permesso l’utilizzo della stessa anche per gli anni successivi.
Artisticamente più interessante invece fu la cartolina che la tipografia petralese stampò nel 1906 per il Mulino & Pastificio Pucci & Calascibetta. La prima (perché ne seguirono altre) di colore marroncina (in archivio una spedita al sig. Gaetano Rampolla del Tindaro a Polizzi Generosa il 6 aprile 1909) recava sul fronte la seguente dicitura: “Premiato Stabilimento a Motore Idraulico Molini a Cilindri e Pastificio con asciugamento Meccanico Brevettato F.lli Pucci & Calascibetta”, recava inoltre la marca di fabbrica e l’immagine dello stabilimento in pietra con l’ampio spiazzo anteriore, inoltre, oltre alle tre righe per l’indirizzo, vi trovava posto la menzione: Premiato all’Espos. Intern. di Londra 1907, all’Espos. Intern. di Madrid 1907 e Grand Prix e Med. d’Oro. Il retro non aveva righe, in testa la solita scritta Petralia Sottana ……… 190…
Una edizione successiva della stessa cartolina, ma stavolta di colore azzurrino (in archivio una spedita al sig. Nino Schimmenti di Polizzi Generosa il 10 agosto 1919), fu stampata alcuni anni dopo e ciò si deduce oltre che dalle date di spedizione dal fatto che al retro la scritta era mutata in : Petralia Sottana ……… 19..…
A partire dal 1910 i F.lli Pucci & Calascibetta commissionarono tante altre cartoline di rappresentanza alla Tipografia delle Nebrodi, in sostanza listini dei prezzi correnti di vari generi che potevano acquistarsi posto Stabilimento. Di queste se ne conoscono tre edizioni, la prima di colore verde (in archivio una spedita al sindaco di Polizzi Generosa l’8 novembre 1912) fu data alla stampa subito dopo il 1910, sul fronte la scritta “Premiato Molino a Dilindri e Pastificio a Motore Idraulico F.lli Pucci & Calascibetta Petralia Sottana (Palermo)” senza immagine e con l’errore Dilindri al posto di Cilindri, al retro il prezziario di pasta, semola, granito, fiore, crusca, scaglio ecc. La seconda di colore rosa (in archivio una spedita al sindaco di Caltavuturo il 25 gennaio 1922) aveva subito una variazione nell’intestazione che adesso era diventata: Pucci & Calascibetta - Petralia Sottana - (Palermo) - Molino a Cilindri – Pastificio Termo- Meccanico, al retro il prezziario rimaneva sempre lo stesso.
La terza edizione di colore seppia (di queste in archivio due esemplari spedite rispettivamente il 18 aprile 1927 al Podestà di Polizzi Generosa e il 1 agosto 1927 al Commissario Prefettizio di Caltavuturo), è perfettamente uguale alla precedente tranne che nel colore.
Il primo privato di Petralia Sottana a munirsi di una propria cartolina di rappresentanza fu il cav. Emilio Carapezza. Anche se in questa non è presente la stamperia che la diede alla luce abbiamo svariati motivi per dedurre che anche questa fu prodotta dalla Tipografia delle Nebrodi perché presenta lo stesso stile delle altre e gli stessi caratteri. La cartolina presente nel mio archivio non è viaggiata, reca sul fronte la scritta ”Studio Tecnico del cav. Emilio Carapezza Petralia Sottana Palermo, al retro Petralia Sottana li …… 191.. e ciò fa intuire che la stessa fu stampata dopo il 1910.
Nei primi anni del 1900 anche i Comuni delle Madonie si dotarono di cartoline proprie che utilizzarono per le comunicazioni istituzionali più spicciole. La più vecchia presente nel mio archivio è del comune di Alimena (spedita al sindaco del Comune di Isnello il 23 dicembre 1905). Di colore rosa, reca sul fronte al centro lo stemma del Comune e la scritta “Comune di Alimena” di colore azzurro, quindi il solito Ill.mo Signor. Al retro oltre all’intestazione il numero del messaggio e Addi……..190… con in calce “Il Sindaco”. Anche in questo caso, grafica, stile, caratteri ed impostazioni lasciare pensare che la stampa possa essere ricondotta alla Tipografia delle Nebrodi.
Stessa tipo di cartolina per il Comune di Petralia Sottana che ne fece stampare una prima edizione di colore seppia e una seconda di colore azzurro. In ambedue, le scritte sono di colore marrone-rossastro, lo stemma comunale è il solito con la corona a cinque torri e la scritta “Lilium Petrae”. La prima di queste testimonianze fu spedita al sindaco del Comune di Collesano l’11 febbraio 1913 dal collega Calascibetta, la seconda al sindaco di Caltavuturo dal sindaco Rampolla.
Per quanto riguarda altri paesi abbiamo testimonianza di cartoline di rappresentanza dei Comuni di Cefalù (1912), Isnello (1912) e Gangi (1913). Meritevoli di attenzione anche le cartoline di rappresentanza che i Comuni fecero stampare dopo l’avvento del fascismo e con i fasci littori che affiancarono gli stemmi comunali. Di queste ne esistono poche testimonianze perché anche in pieno periodo fascista prima di darne alla stampa altre si diede priorità al consumo delle giacenze. Tuttavia vogliamo citare quella del municipio di Gangi (in archivio una spedita il 26 dicembre 1931 al Podestà del Comune di Alimena e che non si sa per quale errore finì al protocollo del Comune di Petralia Sottana). In questa il vecchio stemma del Comune di Gangi, già presente nelle cartoline precedenti, è affiancato dallo scudo con all’interno il fascio littorio.
Sempre tenendo conto delle date di spedizione abbiamo motivo di credere che Petralia Sottana fu uno dei primi comuni a dotare le proprie cartoline dello stemma fascista. In una di queste stampata dalla Tipografia delle Nebrodi e spedita al Podestà di Collesano, il 24 dicembre 1927, lo stemma di Lilium Petrae è affiancato dallo scudo con fascio littorio e sormontato dall’aquila sabauda. In un’altra cartolina successiva a questa, spedita il 23 febbraio del 1938 all’avv. Andrea Aiello di Palermo, Pollara aveva eliminato l’aquila sabauda e proposto in alto a sinistra solo il Lilium Petrae e lo scudo con il fascio littorio.
Francesco Minneci
Le cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie (seconda parte)
Per quanto riguarda le cartoline di rappresentanza la Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana, tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento, fu l’editore di gran lunga più prolifico, anche perché in zona non ebbe grande concorrenza. Una delle prime cartoline di rappresentanza che fu commissionata da terzi alla stamperia di Domenico Pollara fu quella del Letterario Artistico “Il Pensiero delle Madonie” che iniziò le proprie pubblicazioni a Petralia Sottana il 22 luglio 1906. La cartolina molto semplice, sullo stesso stile di quella edita alcuni anni prima per la stessa tipografia, recava sul fronte l’intestazione “Il Pensiero delle Madonie – Petralia Sottana” e lo spazio destinato all’indirizzo preceduto da un “Ill.mo Signor”, al retro era scritto “Petralia Sottana, li ……..190..” quindi Sig. ….. e 19 righe dove si poteva esporre il messaggio da inviare.
La cartolina fu utilizzata per tutta la breve vita del giornale, anche perché astutamente il Pollara, come sua abitudine, aveva lasciato la possibilità di completare l’anno della data a penna ed avendo stampato solo 190… aveva permesso l’utilizzo della stessa anche per gli anni successivi.
Artisticamente più interessante invece fu la cartolina che la tipografia petralese stampò nel 1906 per il Mulino & Pastificio Pucci & Calascibetta. La prima (perché ne seguirono altre) di colore marroncina (in archivio una spedita al sig. Gaetano Rampolla del Tindaro a Polizzi Generosa il 6 aprile 1909) recava sul fronte la seguente dicitura: “Premiato Stabilimento a Motore Idraulico Molini a Cilindri e Pastificio con asciugamento Meccanico Brevettato F.lli Pucci & Calascibetta”, recava inoltre la marca di fabbrica e l’immagine dello stabilimento in pietra con l’ampio spiazzo anteriore, inoltre, oltre alle tre righe per l’indirizzo, vi trovava posto la menzione: Premiato all’Espos. Intern. di Londra 1907, all’Espos. Intern. di Madrid 1907 e Grand Prix e Med. d’Oro. Il retro non aveva righe, in testa la solita scritta Petralia Sottana ……… 190…
Una edizione successiva della stessa cartolina, ma stavolta di colore azzurrino (in archivio una spedita al sig. Nino Schimmenti di Polizzi Generosa il 10 agosto 1919), fu stampata alcuni anni dopo e ciò si deduce oltre che dalle date di spedizione dal fatto che al retro la scritta era mutata in : Petralia Sottana ……… 19..…
A partire dal 1910 i F.lli Pucci & Calascibetta commissionarono tante altre cartoline di rappresentanza alla Tipografia delle Nebrodi, in sostanza listini dei prezzi correnti di vari generi che potevano acquistarsi posto Stabilimento. Di queste se ne conoscono tre edizioni, la prima di colore verde (in archivio una spedita al sindaco di Polizzi Generosa l’8 novembre 1912) fu data alla stampa subito dopo il 1910, sul fronte la scritta “Premiato Molino a Dilindri e Pastificio a Motore Idraulico F.lli Pucci & Calascibetta Petralia Sottana (Palermo)” senza immagine e con l’errore Dilindri al posto di Cilindri, al retro il prezziario di pasta, semola, granito, fiore, crusca, scaglio ecc. La seconda di colore rosa (in archivio una spedita al sindaco di Caltavuturo il 25 gennaio 1922) aveva subito una variazione nell’intestazione che adesso era diventata: Pucci & Calascibetta - Petralia Sottana - (Palermo) - Molino a Cilindri – Pastificio Termo- Meccanico, al retro il prezziario rimaneva sempre lo stesso.
La terza edizione di colore seppia (di queste in archivio due esemplari spedite rispettivamente il 18 aprile 1927 al Podestà di Polizzi Generosa e il 1 agosto 1927 al Commissario Prefettizio di Caltavuturo), è perfettamente uguale alla precedente tranne che nel colore.
Il primo privato di Petralia Sottana a munirsi di una propria cartolina di rappresentanza fu il cav. Emilio Carapezza. Anche se in questa non è presente la stamperia che la diede alla luce abbiamo svariati motivi per dedurre che anche questa fu prodotta dalla Tipografia delle Nebrodi perché presenta lo stesso stile delle altre e gli stessi caratteri. La cartolina presente nel mio archivio non è viaggiata, reca sul fronte la scritta ”Studio Tecnico del cav. Emilio Carapezza Petralia Sottana Palermo, al retro Petralia Sottana li …… 191.. e ciò fa intuire che la stessa fu stampata dopo il 1910.
Nei primi anni del 1900 anche i Comuni delle Madonie si dotarono di cartoline proprie che utilizzarono per le comunicazioni istituzionali più spicciole. La più vecchia presente nel mio archivio è del comune di Alimena (spedita al sindaco del Comune di Isnello il 23 dicembre 1905). Di colore rosa, reca sul fronte al centro lo stemma del Comune e la scritta “Comune di Alimena” di colore azzurro, quindi il solito Ill.mo Signor. Al retro oltre all’intestazione il numero del messaggio e Addi……..190… con in calce “Il Sindaco”. Anche in questo caso, grafica, stile, caratteri ed impostazioni lasciare pensare che la stampa possa essere ricondotta alla Tipografia delle Nebrodi.
Stessa tipo di cartolina per il Comune di Petralia Sottana che ne fece stampare una prima edizione di colore seppia e una seconda di colore azzurro. In ambedue, le scritte sono di colore marrone-rossastro, lo stemma comunale è il solito con la corona a cinque torri e la scritta “Lilium Petrae”. La prima di queste testimonianze fu spedita al sindaco del Comune di Collesano l’11 febbraio 1913 dal collega Calascibetta, la seconda al sindaco di Caltavuturo dal sindaco Rampolla.
Per quanto riguarda altri paesi abbiamo testimonianza di cartoline di rappresentanza dei Comuni di Cefalù (1912), Isnello (1912) e Gangi (1913). Meritevoli di attenzione anche le cartoline di rappresentanza che i Comuni fecero stampare dopo l’avvento del fascismo e con i fasci littori che affiancarono gli stemmi comunali. Di queste ne esistono poche testimonianze perché anche in pieno periodo fascista prima di darne alla stampa altre si diede priorità al consumo delle giacenze. Tuttavia vogliamo citare quella del municipio di Gangi (in archivio una spedita il 26 dicembre 1931 al Podestà del Comune di Alimena e che non si sa per quale errore finì al protocollo del Comune di Petralia Sottana). In questa il vecchio stemma del Comune di Gangi, già presente nelle cartoline precedenti, è affiancato dallo scudo con all’interno il fascio littorio.
Sempre tenendo conto delle date di spedizione abbiamo motivo di credere che Petralia Sottana fu uno dei primi comuni a dotare le proprie cartoline dello stemma fascista. In una di queste stampata dalla Tipografia delle Nebrodi e spedita al Podestà di Collesano, il 24 dicembre 1927, lo stemma di Lilium Petrae è affiancato dallo scudo con fascio littorio e sormontato dall’aquila sabauda. In un’altra cartolina successiva a questa, spedita il 23 febbraio del 1938 all’avv. Andrea Aiello di Palermo, Pollara aveva eliminato l’aquila sabauda e proposto in alto a sinistra solo il Lilium Petrae e lo scudo con il fascio littorio.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline (VII)
Le cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie (terza parte)
Concludiamo oggi, con questa terza ed ultima parte, questo spazio dedicato al collezionismo ed in particolare alle cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie.
Dopo l’avvento, avvenuto tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, negli anni venti la cartolina commerciale e di rappresentanza fu utilizzata in quasi tutti i paesi delle Madonie e oltre alla Tipografia delle Madonie, che per oltre un ventennio ne ebbe il monopolio della stampa, altre stamperie cominciarono una spietata concorrenza nei confronti dell’azienda petralese.
Una di queste fu la Tipografia - Legatoria – Cartoleria Scotto & Calascibetta di Petralia Soprana che all’inizio degli anni venti propose una propria cartolina di rappresentanza che utilizzò per inviare i propri messaggi aziendali. La cartolina dei signori Scotto e Calascibetta si rifaceva a quella proposta da Domenico Pollara un ventennio prima. Stesso stile, stessi caratteri, stessa impostazione sia del fronte che del retro (in archivio una di colore verde spedita il 30 ottobre 1927 alla ditta Domenico Bazzoni – Conceria di Pellami di Milano).
Con ogni probabilità fu proprio la tipografia sopranese ad occuparsi della stampa della cartolina di rappresentanza di Giuseppe Ferrara – Negozio di Generi Diversi – in Petralia Soprana (che il titolare spedì il 11 maggio 1932 alla ditta di Orazio Rosalia Marina e figli di Catania) e della cartolina di rappresentanza del notaio Brucato Francesco di Petralia Soprana che il 20 febbraio 1937 diede alcune comunicazioni alla marchesa Enrica Pottino a Palermo.
Per quanto riguarda gli altri paesi del comprensorio, Castelbuono si servì di tipografie non locali fino alla fine degli anni venti. A testimonianza di ciò una cartolina della ditta Saverio Curreri e figlio, commerciante di Castelbuono che fece stampare le proprie cartoline alla Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana (in archivio una spedita il 23 giugno 1926 al Mulino e Pastificio Di Cola di Termini Imerese ed altre del municipio di Castelbuono che le commissionò addirittura alla tipografia Ires di Palermo (in archivio una spedita il 25 aprile 1927 al Podestà di Polizzi Generosa).
Solo a partire dagli anni trenta si hanno notizie della stamperia castelbuonese Grafiche “Le Madonie”. Uno dei primi a servirsi di questa stamperia locale fu Michele Lupo – Commerciante – di Castelbuono che l’8 settembre 1932 attraverso la propria cartolina chiese una copia della comparsa di una certa Nicolina Alberti all’avvocato Salvatore Artese di Termini Imerese.
Anche la ditta Ballistreri Giuseppe – Drogheria – Dolceria – Deposito Petrolio – di Gangi commissionò le proprie cartoline alla Tipografia “Le Madonie “ di Castelbuono (in archivio una spedita il 6 febbraio 1929 ai fratelli Trombetta – Rappresentanze e Deposti di Messina in cui spiegava i motivi per cui non aveva potuto pagare una tratta di £ 400).
A Petralia Sottana l’attività della Tipografia delle Nebrodi procedeva senza soluzione di continuità, nel 1927 anche la neonata sezione del CAI commissionò al Pollara non solo i biglietti di invito alla funzione inaugurale della sezione (19 novembre 1927), ma anche la propria cartolina di rappresentanza (in archivio una non spedita che presenta lo stesso stile di quelle stampate dalla stamperia sopranaese Scotto e Calascibetta). Pochi anni dopo anche la Rassegna mensile della vita e degli interessi di Petralia Sottana “Giglio di Roccia” si dotò di una cartolina propria, il Tropea la utilizzò però solo per ricordare agli abbonati la scadenza del proprio abbonamento.
Degne di menzione anche le cartoline del Regio Ispettorato Scolastico di Petralia Sottana (in archivio una spedita in busta il 20 novembre XXI dall’Ispettore Serafino Calderaro ad un amico di nome Gandolfo) e le cartolina della Cassa Rurale San Nicolò di Bari di Isnello (in archivio una spedita dall’Ente il 25 aprile 1933 alla Società elettrica delle Madonie di Petralia Soprana).
Chiuderei questa disamina con due cartoline di Polizzi, la prima del dr. Adolfo Rampolla Medico Chirurgo Condotto Ufficiale Sanitario (in archivio una spedita il 28 luglio 1923 a Sciacca al Cav. Gaetano Rampolla del Tindaro) e la seconda dell’avv. Giuseppe Scarpinato utilizzata per pubblicizzare la riapertura dello studio legale in Polizzi Generosa e il trasferimento della propria iscrizione di Procuratore nell’albo di Termini Imerese (in archivio una spedita il 15 novembre 1932 al Cav. Gaetano Rampolla del Tindaro). Francesco Minneci
Le cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie (terza parte)
Concludiamo oggi, con questa terza ed ultima parte, questo spazio dedicato al collezionismo ed in particolare alle cartoline commerciali e di rappresentanza delle Madonie.
Dopo l’avvento, avvenuto tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, negli anni venti la cartolina commerciale e di rappresentanza fu utilizzata in quasi tutti i paesi delle Madonie e oltre alla Tipografia delle Madonie, che per oltre un ventennio ne ebbe il monopolio della stampa, altre stamperie cominciarono una spietata concorrenza nei confronti dell’azienda petralese.
Una di queste fu la Tipografia - Legatoria – Cartoleria Scotto & Calascibetta di Petralia Soprana che all’inizio degli anni venti propose una propria cartolina di rappresentanza che utilizzò per inviare i propri messaggi aziendali. La cartolina dei signori Scotto e Calascibetta si rifaceva a quella proposta da Domenico Pollara un ventennio prima. Stesso stile, stessi caratteri, stessa impostazione sia del fronte che del retro (in archivio una di colore verde spedita il 30 ottobre 1927 alla ditta Domenico Bazzoni – Conceria di Pellami di Milano).
Con ogni probabilità fu proprio la tipografia sopranese ad occuparsi della stampa della cartolina di rappresentanza di Giuseppe Ferrara – Negozio di Generi Diversi – in Petralia Soprana (che il titolare spedì il 11 maggio 1932 alla ditta di Orazio Rosalia Marina e figli di Catania) e della cartolina di rappresentanza del notaio Brucato Francesco di Petralia Soprana che il 20 febbraio 1937 diede alcune comunicazioni alla marchesa Enrica Pottino a Palermo.
Per quanto riguarda gli altri paesi del comprensorio, Castelbuono si servì di tipografie non locali fino alla fine degli anni venti. A testimonianza di ciò una cartolina della ditta Saverio Curreri e figlio, commerciante di Castelbuono che fece stampare le proprie cartoline alla Tipografia delle Nebrodi di Petralia Sottana (in archivio una spedita il 23 giugno 1926 al Mulino e Pastificio Di Cola di Termini Imerese ed altre del municipio di Castelbuono che le commissionò addirittura alla tipografia Ires di Palermo (in archivio una spedita il 25 aprile 1927 al Podestà di Polizzi Generosa).
Solo a partire dagli anni trenta si hanno notizie della stamperia castelbuonese Grafiche “Le Madonie”. Uno dei primi a servirsi di questa stamperia locale fu Michele Lupo – Commerciante – di Castelbuono che l’8 settembre 1932 attraverso la propria cartolina chiese una copia della comparsa di una certa Nicolina Alberti all’avvocato Salvatore Artese di Termini Imerese.
Anche la ditta Ballistreri Giuseppe – Drogheria – Dolceria – Deposito Petrolio – di Gangi commissionò le proprie cartoline alla Tipografia “Le Madonie “ di Castelbuono (in archivio una spedita il 6 febbraio 1929 ai fratelli Trombetta – Rappresentanze e Deposti di Messina in cui spiegava i motivi per cui non aveva potuto pagare una tratta di £ 400).
A Petralia Sottana l’attività della Tipografia delle Nebrodi procedeva senza soluzione di continuità, nel 1927 anche la neonata sezione del CAI commissionò al Pollara non solo i biglietti di invito alla funzione inaugurale della sezione (19 novembre 1927), ma anche la propria cartolina di rappresentanza (in archivio una non spedita che presenta lo stesso stile di quelle stampate dalla stamperia sopranaese Scotto e Calascibetta). Pochi anni dopo anche la Rassegna mensile della vita e degli interessi di Petralia Sottana “Giglio di Roccia” si dotò di una cartolina propria, il Tropea la utilizzò però solo per ricordare agli abbonati la scadenza del proprio abbonamento.
Degne di menzione anche le cartoline del Regio Ispettorato Scolastico di Petralia Sottana (in archivio una spedita in busta il 20 novembre XXI dall’Ispettore Serafino Calderaro ad un amico di nome Gandolfo) e le cartolina della Cassa Rurale San Nicolò di Bari di Isnello (in archivio una spedita dall’Ente il 25 aprile 1933 alla Società elettrica delle Madonie di Petralia Soprana).
Chiuderei questa disamina con due cartoline di Polizzi, la prima del dr. Adolfo Rampolla Medico Chirurgo Condotto Ufficiale Sanitario (in archivio una spedita il 28 luglio 1923 a Sciacca al Cav. Gaetano Rampolla del Tindaro) e la seconda dell’avv. Giuseppe Scarpinato utilizzata per pubblicizzare la riapertura dello studio legale in Polizzi Generosa e il trasferimento della propria iscrizione di Procuratore nell’albo di Termini Imerese (in archivio una spedita il 15 novembre 1932 al Cav. Gaetano Rampolla del Tindaro). Francesco Minneci
Oggi parliamo di cartoline d'epoca (VIII)
Articolo pubblicato su Il Petrino del 16 ottobre 2021 - anno XX n° 10
Le prime cartoline di Castellana Sicula
Il Petrino ha affrontato ed affronta “situazioni”, di cui conosciamo certamente l’inizio ma di cui non abbiamo invece alcun indizio su come saranno dopo di noi. L’unica certezza è che la nostra “fetta di storia” sta nel mezzo. Questo periodico ha “preso in carico” questi paesi e questo comprensorio oltre venti anni fa e le riconsegnerà, in un futuro che, consentiteci, speriamo il più lontano possibile, dopo averle testimoniate, giorno dopo giorno, attraverso parole ed immagini. Le cartoline che propongo in questa rubrica rappresentano il nostro album, la nostra vita, il nostro comprensorio, in una memoria affidata, anziché alla posta elettronica, ai ricordi collettivi fermati nelle “e-mail” di una volta: alle cartoline. All’improvviso la polvere scompare dai cassetti, dalle foto, e questa mia raccolta restituisce un come eravamo che squarcia il passato e ci fa capire come siamo. Ogni giorno che passa è un po’ di vita in più, spesso però proiettati al domani finiamo per dimenticarci anche solo di ieri. Ma sarebbe bello avere ogni volta lo specchio necessario per sbirciare indietro. L’occasione ci è data da questi ingialliti cartoncini rettangolari, per la corrispondenza epistolare, riproducenti una delle zone più belle e amene delle Madonie.
Porterò alla vostra attenzione oggi le prime cartoline utilizzate a Castellana Sicula. Si tratti di cartoline del fotografo Ettore Chiaramente che per lungo tempo operò a Petralia Sottana. Come ho avuto modo di sottolineare Ettore Chiaramente, rinomato fotografo con studio proprio in Corso Paolo Agliata, iniziò già nei primi mesi dell’anno 1901 a proporre privatamente dei propri e veri precursori che ritraevano scorci del paese e particolari momenti di vita quotidiana. Assieme ai precursori di Petralia Sottana, di recente, sono venuto in possesso di una vera e propria rarità che riguarda l’ex frazione di Petralia. Una cartolina di colore seppia che riporta un bel caseggiato di campagna su due elevazioni, molto animata visto che propone anche parecchi gruppi di persone intenti nel loro fare quotidiano che senza ombra di dubbio il Chiaramente invitò alla posa per immortalarli per i posteri.
La cartolina reca sul fronte la scritta “Fot. Chiaramonte” ed oltre il messaggio “Affettuosi saluti dai parenti E.Bellina e famiglia”, anche la dicitura scritta a penna dall’autore “Villa Bellina”. La stessa fu spedita a giugno del 1901 “alla distintissima signorina Rosina Lidestri dal cav. Salvatore a Gangi ed è affrancata con un 2 centesimi della serie “Stemma di Savoia”. E’ la cartolina più vecchia che si conosca di Castellana Sicula e ho la presunzione di voler affermare che quasi sicuro si tratta di pezzo unico.
Subito dopo aver dato alle stampe (nei primi anni del 900) la prima serie di cartoline di Petralia Sottana, il signor Ettore pensò bene di ampliare l’offerta che stava proponendo ai petralesi, ai turisti e a tutti i frequentatori della cittadina, e così nella seconda serie volle includere anche una cartolina di Castellana Sicula. La cartolina fa parte di una serie di otto numerate dal 1855 al 1862. Le prime sette riportano scorci e vedute di Petralia Sottana l’ultima propone uno scorcio della Via Nazionale che a quel tempo tagliava i due la nascente cittadina madonita. Sul fronte oltre alla scritta Petralia Sottana – Borgata Castellana (Via Nazionale), è riportato il numero di serie (1862) e la proprietà artistica E.Chiaramonte (Riproduzione vietata). La missiva fu spedita da Petralia Sottana per Villarbasse (Torino) il 12 settembre 1909. La rarità del pezzo è dovuta al fatto che sul fronte l’immagine propone un raro passaggio della Targa Florio del 1907 e della macchina numero 8 in quella che un tempo si chiamava via “Nuova” e nei pressi di quella che successivamente diventò Piazza quattro Palme.
La pubblicazione di questa come quella dell’altra di cui vi riferirò fu affidata all’editore Forzano di Borgo San Lorenzo. Questa ultima stampata oltre un decennio dopo riporta sul fronte due immagini, una di Corso Nazionale e l’altra della Piazza del Mercato. Il Corso Nazionale è ripreso frontalmente all’odierno bar San Francesco, infatti si scorge sulla destra oltre alla piazza anche il prospetto della chiesa, la Piazza del Mercato è invece l’odierna Piazza san Francesco di Paola che presenta sulla sinistra l’ingresso principale della chiesa. Spedita dalla famiglia Rossi di Petralia Sottana (di cui spesso ci siamo occupati nella rubrica “Lettere dal Fronte”) a Carlo Rossi a Mira- Taglio (Venezia) reca il timbro “Castellana” e la data del 14 agosto 1917.
Tre testimonianze importantissime di vita e di lavoro, testimonianze di una cultura antica e suggestiva, quella dei paesi madoniti, quella di Castellana Sicula. Da questa ricerca emergono non solo immagini e parole, ma testimonianza concrete, oggetti che parlano di un passato di cultura e tradizioni, un vissuto che si ripropone nella sua quotidianità, in un percorso di memorie che rappresenta davvero un’opera di salvataggio culturale.
Francesco Minneci
Le prime cartoline di Castellana Sicula
Il Petrino ha affrontato ed affronta “situazioni”, di cui conosciamo certamente l’inizio ma di cui non abbiamo invece alcun indizio su come saranno dopo di noi. L’unica certezza è che la nostra “fetta di storia” sta nel mezzo. Questo periodico ha “preso in carico” questi paesi e questo comprensorio oltre venti anni fa e le riconsegnerà, in un futuro che, consentiteci, speriamo il più lontano possibile, dopo averle testimoniate, giorno dopo giorno, attraverso parole ed immagini. Le cartoline che propongo in questa rubrica rappresentano il nostro album, la nostra vita, il nostro comprensorio, in una memoria affidata, anziché alla posta elettronica, ai ricordi collettivi fermati nelle “e-mail” di una volta: alle cartoline. All’improvviso la polvere scompare dai cassetti, dalle foto, e questa mia raccolta restituisce un come eravamo che squarcia il passato e ci fa capire come siamo. Ogni giorno che passa è un po’ di vita in più, spesso però proiettati al domani finiamo per dimenticarci anche solo di ieri. Ma sarebbe bello avere ogni volta lo specchio necessario per sbirciare indietro. L’occasione ci è data da questi ingialliti cartoncini rettangolari, per la corrispondenza epistolare, riproducenti una delle zone più belle e amene delle Madonie.
Porterò alla vostra attenzione oggi le prime cartoline utilizzate a Castellana Sicula. Si tratti di cartoline del fotografo Ettore Chiaramente che per lungo tempo operò a Petralia Sottana. Come ho avuto modo di sottolineare Ettore Chiaramente, rinomato fotografo con studio proprio in Corso Paolo Agliata, iniziò già nei primi mesi dell’anno 1901 a proporre privatamente dei propri e veri precursori che ritraevano scorci del paese e particolari momenti di vita quotidiana. Assieme ai precursori di Petralia Sottana, di recente, sono venuto in possesso di una vera e propria rarità che riguarda l’ex frazione di Petralia. Una cartolina di colore seppia che riporta un bel caseggiato di campagna su due elevazioni, molto animata visto che propone anche parecchi gruppi di persone intenti nel loro fare quotidiano che senza ombra di dubbio il Chiaramente invitò alla posa per immortalarli per i posteri.
La cartolina reca sul fronte la scritta “Fot. Chiaramonte” ed oltre il messaggio “Affettuosi saluti dai parenti E.Bellina e famiglia”, anche la dicitura scritta a penna dall’autore “Villa Bellina”. La stessa fu spedita a giugno del 1901 “alla distintissima signorina Rosina Lidestri dal cav. Salvatore a Gangi ed è affrancata con un 2 centesimi della serie “Stemma di Savoia”. E’ la cartolina più vecchia che si conosca di Castellana Sicula e ho la presunzione di voler affermare che quasi sicuro si tratta di pezzo unico.
Subito dopo aver dato alle stampe (nei primi anni del 900) la prima serie di cartoline di Petralia Sottana, il signor Ettore pensò bene di ampliare l’offerta che stava proponendo ai petralesi, ai turisti e a tutti i frequentatori della cittadina, e così nella seconda serie volle includere anche una cartolina di Castellana Sicula. La cartolina fa parte di una serie di otto numerate dal 1855 al 1862. Le prime sette riportano scorci e vedute di Petralia Sottana l’ultima propone uno scorcio della Via Nazionale che a quel tempo tagliava i due la nascente cittadina madonita. Sul fronte oltre alla scritta Petralia Sottana – Borgata Castellana (Via Nazionale), è riportato il numero di serie (1862) e la proprietà artistica E.Chiaramonte (Riproduzione vietata). La missiva fu spedita da Petralia Sottana per Villarbasse (Torino) il 12 settembre 1909. La rarità del pezzo è dovuta al fatto che sul fronte l’immagine propone un raro passaggio della Targa Florio del 1907 e della macchina numero 8 in quella che un tempo si chiamava via “Nuova” e nei pressi di quella che successivamente diventò Piazza quattro Palme.
La pubblicazione di questa come quella dell’altra di cui vi riferirò fu affidata all’editore Forzano di Borgo San Lorenzo. Questa ultima stampata oltre un decennio dopo riporta sul fronte due immagini, una di Corso Nazionale e l’altra della Piazza del Mercato. Il Corso Nazionale è ripreso frontalmente all’odierno bar San Francesco, infatti si scorge sulla destra oltre alla piazza anche il prospetto della chiesa, la Piazza del Mercato è invece l’odierna Piazza san Francesco di Paola che presenta sulla sinistra l’ingresso principale della chiesa. Spedita dalla famiglia Rossi di Petralia Sottana (di cui spesso ci siamo occupati nella rubrica “Lettere dal Fronte”) a Carlo Rossi a Mira- Taglio (Venezia) reca il timbro “Castellana” e la data del 14 agosto 1917.
Tre testimonianze importantissime di vita e di lavoro, testimonianze di una cultura antica e suggestiva, quella dei paesi madoniti, quella di Castellana Sicula. Da questa ricerca emergono non solo immagini e parole, ma testimonianza concrete, oggetti che parlano di un passato di cultura e tradizioni, un vissuto che si ripropone nella sua quotidianità, in un percorso di memorie che rappresenta davvero un’opera di salvataggio culturale.
Francesco Minneci