Oggi parliamo di Francobolli (I)
Articolo pubblicato su "Il Petrino" numero 0 del 26 ottobre 2002
Tra tutte le collezioni, quella dei francobolli è sicuramente la più diffusa sia in Italia che nel mondo. Filatelia è il termine che indica il collezionismo di francobolli o di altri documenti postali; il filatelista è invece colui che colleziona francobolli ed altri valori postali.
Con questo numero inizieremo la pubblicazione di una serie di articoli riguardanti il settore filatelico che permetteranno, a molti di avvicinarsi a questo splendido hobby usando così in modo intelligente parte del tempo libero, e a tanti altri già collezionisti di acquisire notizie utili, o per scegliere la propria collezione o per ricavare semplici e pratiche informazioni al fine di collezionare con metodo o operare scelte migliori.
Dobbiamo ricordare che il francobollo è innanzitutto una carta-valore emessa da uno stato sovrano. Da questo “rettangolino” di carta dentellata possiamo ricavare tutta una serie di elementi che, confrontati tra loro e proiettati nel tempo, possono raccontarci molte cose sulla storia di un paese, nonché sulla sua situazione politica, sociale, culturale, religiosa.
La maggiore o minore perfezione grafica del francobollo, ad esempio, ci permette – sebbene indirettamente - di stabilire perfino la condizione economica e il grado di sviluppo artistico e tecnico della nazione emittente il valore bollato.
Il primo francobollo nacque in Gran Bretagna a conferma del grande senso pratico degli Inglesi. Era il 6 maggio del 1840, il primo giorno in cui fu possibile spedire una lettera affrancandola con un francobollo.
Questo primo francobollo del mondo era nero, infatti si chiama “Penny Black”, (nella foto) ed ha al centro il profilo della regina Vittoria, in alto la scritta Postage ed in basso one penny. La sua tiratura, cioè la quantità di esemplari stampati, fu altissima: più di 68 milioni e venne usato per parecchi anni.
Il merito della creazione di questo francobollo va ad un rappresentante di commercio, lo scozzese Sir Rowland Hill che in realtà propose una riforma dell’intero sistema postale. I punti più importanti di questa rivoluzionaria idea furono due:
1) Una tariffa unica a buon mercato per tutto il regno d’Inghilterra; non più tariffe basate sulla distanza, ma sul peso dell’invio: 1 penny per una lettera che pesava meno di 15 grammi.
2) Pagamento anticipato da parte del mittente; il francobollo andava attaccato sulla busta in alto a destra, permettendo al postino di constatare, immediatamente e durante il tragitto, il pagamento della tassa postale.
Rispetto alla busta Mulready (un intero postale illustrato, come un biglietto di banca, da William Mulready, e venduto allo stesso prezzo del francobollo dall’amministrazione postale) il francobollo ebbe un uso ed un successo straordinario ed impensabile. Nel 1839, prima della sua nascita, gli inglesi spedivano circa 82 milioni di lettere. Nel 1841 le lettere spedite furono oltre 170 milioni.
Per evitare una seconda utilizzazione, il francobollo veniva annullato con un grosso timbro ad inchiostro indelebile rosso o nero, raffigurante una croce di malta. Chiaramente il Penny Black era nato senza dentelli, e durante la vendita il sistema di separazione più pratico era l’utilizzo delle forbici.Il suo formato è rettangolare di piccole dimensioni ( base mm 20 per 25 mm di altezza ) e in gergo è detto verticale. Nella vignetta Sir Rowland Hill scelse di stampare il profilo della regina Vittoria all’età di 15 anni. Quest’idea piacque tanto alla regina che volle che tutti i francobolli del suo regno, portassero, fino alla sua morte, il suo ritratto. Le caratteristiche volute da Hill furono la bellezza, e l’infalsificabilità.Infatti fu inciso in calcografia e stampato dai più famosi tipografi inglesi su carta filigranata con in trasparenza una piccola corona.
Ha due lettere negli angoli inferiori che indicano la posizione di stampa nel foglio di 240 esemplari; quella a sinistra indica la fila ( A la prima, B la seconda ecc.), e quella a destra la colonna. Per intenderci, il primo francobollo a sinistra del foglio ha le lettere AA, il secondo AB e così via. Non porta il nome del paese.
Ancora oggi, nei francobolli inglesi, non vi è il nome del paese ma solo il profilo del sovrano regnante, in questo momento, il profilo della regina Elisabetta II, che è sufficiente per la loro identificazione.
Il successo del Penny Black oltrepassò le frontiere del suo paese superando le speranze del suo inventore. Ma certamente fu una sorpresa per tutti poiché diede vita ad un domani che nessuno aveva ancora sognato: la FILATELIA !
Francesco Minneci
Tra tutte le collezioni, quella dei francobolli è sicuramente la più diffusa sia in Italia che nel mondo. Filatelia è il termine che indica il collezionismo di francobolli o di altri documenti postali; il filatelista è invece colui che colleziona francobolli ed altri valori postali.
Con questo numero inizieremo la pubblicazione di una serie di articoli riguardanti il settore filatelico che permetteranno, a molti di avvicinarsi a questo splendido hobby usando così in modo intelligente parte del tempo libero, e a tanti altri già collezionisti di acquisire notizie utili, o per scegliere la propria collezione o per ricavare semplici e pratiche informazioni al fine di collezionare con metodo o operare scelte migliori.
Dobbiamo ricordare che il francobollo è innanzitutto una carta-valore emessa da uno stato sovrano. Da questo “rettangolino” di carta dentellata possiamo ricavare tutta una serie di elementi che, confrontati tra loro e proiettati nel tempo, possono raccontarci molte cose sulla storia di un paese, nonché sulla sua situazione politica, sociale, culturale, religiosa.
La maggiore o minore perfezione grafica del francobollo, ad esempio, ci permette – sebbene indirettamente - di stabilire perfino la condizione economica e il grado di sviluppo artistico e tecnico della nazione emittente il valore bollato.
Il primo francobollo nacque in Gran Bretagna a conferma del grande senso pratico degli Inglesi. Era il 6 maggio del 1840, il primo giorno in cui fu possibile spedire una lettera affrancandola con un francobollo.
Questo primo francobollo del mondo era nero, infatti si chiama “Penny Black”, (nella foto) ed ha al centro il profilo della regina Vittoria, in alto la scritta Postage ed in basso one penny. La sua tiratura, cioè la quantità di esemplari stampati, fu altissima: più di 68 milioni e venne usato per parecchi anni.
Il merito della creazione di questo francobollo va ad un rappresentante di commercio, lo scozzese Sir Rowland Hill che in realtà propose una riforma dell’intero sistema postale. I punti più importanti di questa rivoluzionaria idea furono due:
1) Una tariffa unica a buon mercato per tutto il regno d’Inghilterra; non più tariffe basate sulla distanza, ma sul peso dell’invio: 1 penny per una lettera che pesava meno di 15 grammi.
2) Pagamento anticipato da parte del mittente; il francobollo andava attaccato sulla busta in alto a destra, permettendo al postino di constatare, immediatamente e durante il tragitto, il pagamento della tassa postale.
Rispetto alla busta Mulready (un intero postale illustrato, come un biglietto di banca, da William Mulready, e venduto allo stesso prezzo del francobollo dall’amministrazione postale) il francobollo ebbe un uso ed un successo straordinario ed impensabile. Nel 1839, prima della sua nascita, gli inglesi spedivano circa 82 milioni di lettere. Nel 1841 le lettere spedite furono oltre 170 milioni.
Per evitare una seconda utilizzazione, il francobollo veniva annullato con un grosso timbro ad inchiostro indelebile rosso o nero, raffigurante una croce di malta. Chiaramente il Penny Black era nato senza dentelli, e durante la vendita il sistema di separazione più pratico era l’utilizzo delle forbici.Il suo formato è rettangolare di piccole dimensioni ( base mm 20 per 25 mm di altezza ) e in gergo è detto verticale. Nella vignetta Sir Rowland Hill scelse di stampare il profilo della regina Vittoria all’età di 15 anni. Quest’idea piacque tanto alla regina che volle che tutti i francobolli del suo regno, portassero, fino alla sua morte, il suo ritratto. Le caratteristiche volute da Hill furono la bellezza, e l’infalsificabilità.Infatti fu inciso in calcografia e stampato dai più famosi tipografi inglesi su carta filigranata con in trasparenza una piccola corona.
Ha due lettere negli angoli inferiori che indicano la posizione di stampa nel foglio di 240 esemplari; quella a sinistra indica la fila ( A la prima, B la seconda ecc.), e quella a destra la colonna. Per intenderci, il primo francobollo a sinistra del foglio ha le lettere AA, il secondo AB e così via. Non porta il nome del paese.
Ancora oggi, nei francobolli inglesi, non vi è il nome del paese ma solo il profilo del sovrano regnante, in questo momento, il profilo della regina Elisabetta II, che è sufficiente per la loro identificazione.
Il successo del Penny Black oltrepassò le frontiere del suo paese superando le speranze del suo inventore. Ma certamente fu una sorpresa per tutti poiché diede vita ad un domani che nessuno aveva ancora sognato: la FILATELIA !
Francesco Minneci
Oggi parliamo di Schede Telefoniche (I)
Articolo pubblicato su Il Petrino n° 1 del 23 novembre 2002
Un collezionismo nuovo e vivace, quello delle schede telefoniche; una passione che riscuote simpatia e interesse da parte dei più giovani, ma che incuriosisce per l’attualità dei soggetti e la vivacità delle vignette anche i collezionisti “ tradizionali “. Attraenti, colorate, illustrate, disegnate,buffe,con scritte e slogan divertenti, interessanti, anche istruttive…. da qualsiasi parte ci si arrivi, quando si comincia a collezionare carte telefoniche si può restare sbalorditi davanti a quello che è un vero e proprio universo.Perché queste tessere di plastica hanno una vita loro e nascondono mille segreti, mille cose da imparare e scoprire.Da questo numero cercheremo di svelarvi qualche retroscena del mondo delle carte telefoniche, portandovi a scoprire tanti dettagli e tante curiosità e facendo di ognuno di voi un vero collezionista esperto, capace di riconoscere le carte e di parlare il loro linguaggio.Naturalmente è la collezione che dà valore alle carte telefoniche.Spetta quindi a voi decidere come muovervi in questo mondo variopinto e pieno di immagini: se preferite dedicarvi a una nazione, magari proprio a quella italiana, o se piuttosto decidete di sviluppare il vostro tema prediletto, se volete concentrarvi sul mondo della pubblicità o se invece intendete dare spazio alle emissioni pubbliche.Quello che noi possiamo fare è solo darvi qualche utile consiglio per permettervi di muovere i vostri primi passi nella collezione più moderna ed eccitante che ci sia. Se siete dei “novizi” affascinati dal mondo delle carte telefoniche, se fino ad ora vi siete limitati a tenere insieme con un elastico o in una scatola le carte che vi hanno regalato o quelle che avete trovato per caso, allora è venuto il momento di dare una bella svolta e far compiere un salto di qualità alla vostra collezione.Trattare le carte telefoniche come fossero figurine all’inizio può anche essere divertente, ma le squalifica e le fa sembrare oggetti di poco conto. Invece, decidere su quale collezione concentrarsi,individuare un filone e un senso tra le carte che possedete e tenerle in ordine in un bel raccoglitore può rivelarsi, oltre che divertente, istruttivo, interessante e anche…. proficuo. Non dimenticate che tra quelle carte ammucchiate alla rinfusa potrebbe essercene qualcuna di valore. Naturalmente la scelta del tipo di collezione da portare avanti può essere solo vostra. Quello che possiamo fare in queste pagine è semmai darvi qualche consiglio e mostrarvi cosa fanno di solito gli altri collezionisti. La prima cosa che viene in mente, la più semplice, la più scontata, è quella di collezionare le carte italiane. Sono le più facili da trovare,sia nuove che usate, e si può chiedere ad amici e parenti di tenerle da parte per noi una volta utilizzate, per poi magari scambiare quelle doppie con altri collezionisti.Anche nei negozi di filatelia, quelli che vendono monete e francobolli, c’è sempre una scelta di carte italiane e nei mercatini è sempre più facile trovare almeno un banchetto che ne offra un’ampia selezione.Un’ altra scelta possibile è quella di concentrarsi su una singola nazione straniera. Naturalmente qui le cose si complicano un po’. Obbligatoriamente i negozi e i mercatini diventano la prima fonte di acquisizione, ma anche qualche amico “viaggiatore” può tornare utile….A chi invece può accedere a un computer con un collegamento a Internet si offre una possibilità in più. Un’altra proposta per una collezione bella e facile è quella di collezionare la carte delle varie nazioni del mondo senza concentrarsi su una di esse in particolare, ma cercando semmai di “coprire” tutte quelle dei cinque continenti.In fondo è come fare un viaggio a cavallo di una carta telefonica.In questo caso, ovviamente, anche se ci sono nazioni molto rare, la ricerca è semplificata dal fatto che basta una scelta di carte, o anche al limite una sola carta, perché il paese sia rappresentato.Infine la collezione tematica è l’ultima che vi proponiamo, ma la prima nel cuore dei collezionisti più giovani. Per impostare una collezione tematica è fondamentale la scelta dell’argomento: individuate quello che preferite, quello a cui siete più legati per un motivo o che vi attrae di più. Ovviamente. se vi mettete in testa di scegliere un tema come le “macchine da cucire” avrete sicuramente una vita molto dura!Una volta che avete costituito un primo nucleo di carte dedicate al vostro tema provate ad individuare dei sottoinsieme, un po’ come se fossero i vari capitoli di un grande libro.Ad esempio, se il tema è “i cani”, diventerà sicuramente interessante studiare varie suddivisioni come: “ i cani e la pubblicità” , “ i cani e i bambini”, “cani buffi ”…. la vostra collezione diventerà più interessante e varia e imparerete di certo un bel po’ di cose.
Francesco Minneci
Un collezionismo nuovo e vivace, quello delle schede telefoniche; una passione che riscuote simpatia e interesse da parte dei più giovani, ma che incuriosisce per l’attualità dei soggetti e la vivacità delle vignette anche i collezionisti “ tradizionali “. Attraenti, colorate, illustrate, disegnate,buffe,con scritte e slogan divertenti, interessanti, anche istruttive…. da qualsiasi parte ci si arrivi, quando si comincia a collezionare carte telefoniche si può restare sbalorditi davanti a quello che è un vero e proprio universo.Perché queste tessere di plastica hanno una vita loro e nascondono mille segreti, mille cose da imparare e scoprire.Da questo numero cercheremo di svelarvi qualche retroscena del mondo delle carte telefoniche, portandovi a scoprire tanti dettagli e tante curiosità e facendo di ognuno di voi un vero collezionista esperto, capace di riconoscere le carte e di parlare il loro linguaggio.Naturalmente è la collezione che dà valore alle carte telefoniche.Spetta quindi a voi decidere come muovervi in questo mondo variopinto e pieno di immagini: se preferite dedicarvi a una nazione, magari proprio a quella italiana, o se piuttosto decidete di sviluppare il vostro tema prediletto, se volete concentrarvi sul mondo della pubblicità o se invece intendete dare spazio alle emissioni pubbliche.Quello che noi possiamo fare è solo darvi qualche utile consiglio per permettervi di muovere i vostri primi passi nella collezione più moderna ed eccitante che ci sia. Se siete dei “novizi” affascinati dal mondo delle carte telefoniche, se fino ad ora vi siete limitati a tenere insieme con un elastico o in una scatola le carte che vi hanno regalato o quelle che avete trovato per caso, allora è venuto il momento di dare una bella svolta e far compiere un salto di qualità alla vostra collezione.Trattare le carte telefoniche come fossero figurine all’inizio può anche essere divertente, ma le squalifica e le fa sembrare oggetti di poco conto. Invece, decidere su quale collezione concentrarsi,individuare un filone e un senso tra le carte che possedete e tenerle in ordine in un bel raccoglitore può rivelarsi, oltre che divertente, istruttivo, interessante e anche…. proficuo. Non dimenticate che tra quelle carte ammucchiate alla rinfusa potrebbe essercene qualcuna di valore. Naturalmente la scelta del tipo di collezione da portare avanti può essere solo vostra. Quello che possiamo fare in queste pagine è semmai darvi qualche consiglio e mostrarvi cosa fanno di solito gli altri collezionisti. La prima cosa che viene in mente, la più semplice, la più scontata, è quella di collezionare le carte italiane. Sono le più facili da trovare,sia nuove che usate, e si può chiedere ad amici e parenti di tenerle da parte per noi una volta utilizzate, per poi magari scambiare quelle doppie con altri collezionisti.Anche nei negozi di filatelia, quelli che vendono monete e francobolli, c’è sempre una scelta di carte italiane e nei mercatini è sempre più facile trovare almeno un banchetto che ne offra un’ampia selezione.Un’ altra scelta possibile è quella di concentrarsi su una singola nazione straniera. Naturalmente qui le cose si complicano un po’. Obbligatoriamente i negozi e i mercatini diventano la prima fonte di acquisizione, ma anche qualche amico “viaggiatore” può tornare utile….A chi invece può accedere a un computer con un collegamento a Internet si offre una possibilità in più. Un’altra proposta per una collezione bella e facile è quella di collezionare la carte delle varie nazioni del mondo senza concentrarsi su una di esse in particolare, ma cercando semmai di “coprire” tutte quelle dei cinque continenti.In fondo è come fare un viaggio a cavallo di una carta telefonica.In questo caso, ovviamente, anche se ci sono nazioni molto rare, la ricerca è semplificata dal fatto che basta una scelta di carte, o anche al limite una sola carta, perché il paese sia rappresentato.Infine la collezione tematica è l’ultima che vi proponiamo, ma la prima nel cuore dei collezionisti più giovani. Per impostare una collezione tematica è fondamentale la scelta dell’argomento: individuate quello che preferite, quello a cui siete più legati per un motivo o che vi attrae di più. Ovviamente. se vi mettete in testa di scegliere un tema come le “macchine da cucire” avrete sicuramente una vita molto dura!Una volta che avete costituito un primo nucleo di carte dedicate al vostro tema provate ad individuare dei sottoinsieme, un po’ come se fossero i vari capitoli di un grande libro.Ad esempio, se il tema è “i cani”, diventerà sicuramente interessante studiare varie suddivisioni come: “ i cani e la pubblicità” , “ i cani e i bambini”, “cani buffi ”…. la vostra collezione diventerà più interessante e varia e imparerete di certo un bel po’ di cose.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di Orologi (I)
Articolo pubblicati su Il Petrino n° 4 del 15 febbraio 2003
L’orologio spesso è l’oggetto privilegiato, il regalo per eccellenza quando si tratta di celebrare nel modo più consono una ricorrenza.Gli strumenti di misurazione del tempo, infatti sono indelebilmente legati a ricorrenze come matrimoni, anniversari o la discussione di una tesi di laurea.Ed è ovvio che sia così: la ricorrenza riporta la memoria a un evento, a una sensazione indimenticabile.Per capire meglio l’affascinante mondo dell’orologeria, verrà fatta di seguito una rapida analisi delle diverse categorie a cui appartengono gli orologi:
SOLOTEMPO MECCANICI (a carica manuale o a carica automatica), appartengono a questa categoria tutti quegli orologi meccanici che non contino altre funzioni oltre l’indicazione dell’ora e della data.Sono caratterizzati da un sistema regolatore (bilanciere) che scandisce il tempo per mezzo di oscillazioni, tutte della stessa durata che impongono la giusta velocità di rotazione alle lancette dei secondi, minuti ed ore.
SOLOTEMPO AL QUARZO (che a loro volta si suddividono in “analogici” e “digitali”) il principio di funzionamento degli orologi al quarzo è lo stesso che è alla base del funzionamento dei meccanici: un meccanismo (in questo caso elettronico) conta le oscillazioni isocrone (tutte della stessa durata) di un organo regolatore e fornisce una misura del tempo in secondi, minuti ed ore. L’organo regolatore dell’orologio al quarzo è appunto un cristallo di quarzo, in cui viene fatta scorrere corrente elettrica.La particolarità del quarzo è che quest’ultimo, se attraversato da una corrente (che cambia costantemente verso nel tempo) tende a vibrare ad una frequenza costante, perciò contando le vibrazioni del cristallo di quarzo si ottiene una misura del tempo.
SUBACQUEI (meccanici e al quarzo) Gli orologi che possono essere considerati adatti all’uso subacqueo sono quelli con impermeabilità dichiarata superiore alle 10 atmosfere (riscontrabile a circa 100 metri di profondità) In genere la cassa di un orologio subacqueo professionale presenta molti accorgimenti in più (in termini di qualità ed affidabilità) rispetto a un orologio normale.
OROLOGI GMT Il GMT e’ un orologio che permette di visualizzare contemporaneamente gli orari di due o più fusi diversi, sullo stesso quadrante. Quella del secondo fuso è una complicazione che stata realizzata in modi diversi dalle case orologiere.La tipologia più comune è quella che utilizza una ghiera girevole su cui sono riportati gli indici orari da uno a dodici, che può essere posizionata rispetto alla lancetta delle ore dell’orologio, in modo che quest’ultima indichi contemporaneamente l’ora corrente, rispetto agli indici orari sul quadrante, e l’ora di un secondo fuso, rispetto agli indici sulla lunetta.
OROLOGI CON RISERVA DI CARICA. La riserva di carica è l’indicazione che permette di controllare costantemente lo stato di carica dell’orologio ed appartiene, come il datario, a quella categoria di piccoli meccanismi che tuttavia meritano il titolo di complicazione.Durante il funzionamento dell’orologio, una piccola lancetta (sul quadrante) indica la carica residua dell’orologio: quando questo e’ a piena carica, la lancetta indica il valore massimo sulla scala graduata, mentre durante la marcia dell’orologio, essa ruota lentamente verso lo zero.
ULTRAPIATTI Gli orologi ultrapiatti impiegano movimenti meccanici di spessore ridotto (solitamente di circa 3 mm) considerati perciò dei complicati veri e propri soprattutto per la complessità della loro realizzazione.Un orologio ultrapiatto fornisce solitamente le sole indicazioni dell’ora ed eventualmente della data, perché l’introduzione di ulteriori complicazioni ne eleverebbe inevitabilmente lo spessore.
CRONOGRAFI (Meccanici e al quarzo) Tra gli orologi complicati, il cronografo è il più apprezzato dagli appassionati
Per quanto riguarda i cronografi meccanici, i movimenti che equipaggiano i cronografi di attuale produzione sono di due tipi: movimenti modulari, composti da una base tempo su cui viene aggiunta una platina con le funzioni cronografiche, e calibri cronografaci veri e propri, in cui il meccanismo delle funzioni cronografiche è integrato con il movimento dell’orologio. I cronografi al quarzo, invece impiegano un modulo elettronico abbastanza complicato e di elevata precisione cosa questa che permette di definire gli stessi di maggiore precisione rispetto ai meccanici caratteristica questa che ne permette l’utilizzo per competizioni sportive in genere.
OROLOGI SALTARELLI Il saltarello, od ore saltanti, e’ un orologio con affissione digitale delle ore.Il principio di funzionamento delle ore saltanti e’ il medesimo del datario a finestrella: i dodici indici orari, stampati sulla superficie di un disco metallico, sono affissi, uno alla volta, in un’apposita finestra del quadrante ed avanzano velocemente allo scadere dei sessanta minuti, scattando in avanti.
SVEGLIARINI Lo svegliarino, è un orologio dotato della funzione di sveglia ad un’ora stabilita, solitamente dispongono di due corone di carica (una per la marcia dell’orologio ed una per la carica della sveglia) Il trillo della sveglia è realizzato da un martelletto metallico che, al momento opportuno, urta ripetutamente contro una coppiglia, fissata sul fondello dell’orologio.
TOURBILLON Il tourbillon è una delle più affascinanti creazioni di A.L. Breguet, padre dell’orologeria moderna, questo particolare meccanismo consiste nel porre lo scappamento dell’orologio su una gabbia rotante (il tourbillon appunto) per compensare gli effetti negativi di uno squilibrio del bilanciere sulla regolarità di marcia dell’orologio.Nel tourbillon il bilanciere, con tutto il sistema di scappamento, è montato su una gabbia, la quale compie una rotazione in un minuto, perciò il bilanciere squilibrato si trova a lavorare con il baricentro decentrato in tutte le possibili posizioni rispetto al piano verticale su cui giace il suo asse di rotazione, compensando tra loro gli effetti della forza di gravità (ovvero gli anticipi con i ritardi e viceversa)
OROLOGI DA TASCA Orologio classico, di grandi dimensioni, padre di tutti gli altri orologi o precursore, caratterizzato da stupende incisioni e smaltature sopraffine, con movimenti di pregio rifiniti a mano. L’avvento dell’orologio da polso segnò il tramonto dei tasca, il cui fascino, comunque, per gli appassionati è rimasto intatto. Spero di non avervi annoiato affrontando questo argomento, ma si potrebbe parlare di orologi all’infinito perché un bell’orologio, almeno per un appassionato come me, è come un bel film: piace perché ogni volta che lo sguardo cade su di lui si ricorda il motivo che ce l’ha fatto prima amare, poi sognare e infine scegliere.
Vincenzo Macaluso
L’orologio spesso è l’oggetto privilegiato, il regalo per eccellenza quando si tratta di celebrare nel modo più consono una ricorrenza.Gli strumenti di misurazione del tempo, infatti sono indelebilmente legati a ricorrenze come matrimoni, anniversari o la discussione di una tesi di laurea.Ed è ovvio che sia così: la ricorrenza riporta la memoria a un evento, a una sensazione indimenticabile.Per capire meglio l’affascinante mondo dell’orologeria, verrà fatta di seguito una rapida analisi delle diverse categorie a cui appartengono gli orologi:
SOLOTEMPO MECCANICI (a carica manuale o a carica automatica), appartengono a questa categoria tutti quegli orologi meccanici che non contino altre funzioni oltre l’indicazione dell’ora e della data.Sono caratterizzati da un sistema regolatore (bilanciere) che scandisce il tempo per mezzo di oscillazioni, tutte della stessa durata che impongono la giusta velocità di rotazione alle lancette dei secondi, minuti ed ore.
SOLOTEMPO AL QUARZO (che a loro volta si suddividono in “analogici” e “digitali”) il principio di funzionamento degli orologi al quarzo è lo stesso che è alla base del funzionamento dei meccanici: un meccanismo (in questo caso elettronico) conta le oscillazioni isocrone (tutte della stessa durata) di un organo regolatore e fornisce una misura del tempo in secondi, minuti ed ore. L’organo regolatore dell’orologio al quarzo è appunto un cristallo di quarzo, in cui viene fatta scorrere corrente elettrica.La particolarità del quarzo è che quest’ultimo, se attraversato da una corrente (che cambia costantemente verso nel tempo) tende a vibrare ad una frequenza costante, perciò contando le vibrazioni del cristallo di quarzo si ottiene una misura del tempo.
SUBACQUEI (meccanici e al quarzo) Gli orologi che possono essere considerati adatti all’uso subacqueo sono quelli con impermeabilità dichiarata superiore alle 10 atmosfere (riscontrabile a circa 100 metri di profondità) In genere la cassa di un orologio subacqueo professionale presenta molti accorgimenti in più (in termini di qualità ed affidabilità) rispetto a un orologio normale.
OROLOGI GMT Il GMT e’ un orologio che permette di visualizzare contemporaneamente gli orari di due o più fusi diversi, sullo stesso quadrante. Quella del secondo fuso è una complicazione che stata realizzata in modi diversi dalle case orologiere.La tipologia più comune è quella che utilizza una ghiera girevole su cui sono riportati gli indici orari da uno a dodici, che può essere posizionata rispetto alla lancetta delle ore dell’orologio, in modo che quest’ultima indichi contemporaneamente l’ora corrente, rispetto agli indici orari sul quadrante, e l’ora di un secondo fuso, rispetto agli indici sulla lunetta.
OROLOGI CON RISERVA DI CARICA. La riserva di carica è l’indicazione che permette di controllare costantemente lo stato di carica dell’orologio ed appartiene, come il datario, a quella categoria di piccoli meccanismi che tuttavia meritano il titolo di complicazione.Durante il funzionamento dell’orologio, una piccola lancetta (sul quadrante) indica la carica residua dell’orologio: quando questo e’ a piena carica, la lancetta indica il valore massimo sulla scala graduata, mentre durante la marcia dell’orologio, essa ruota lentamente verso lo zero.
ULTRAPIATTI Gli orologi ultrapiatti impiegano movimenti meccanici di spessore ridotto (solitamente di circa 3 mm) considerati perciò dei complicati veri e propri soprattutto per la complessità della loro realizzazione.Un orologio ultrapiatto fornisce solitamente le sole indicazioni dell’ora ed eventualmente della data, perché l’introduzione di ulteriori complicazioni ne eleverebbe inevitabilmente lo spessore.
CRONOGRAFI (Meccanici e al quarzo) Tra gli orologi complicati, il cronografo è il più apprezzato dagli appassionati
Per quanto riguarda i cronografi meccanici, i movimenti che equipaggiano i cronografi di attuale produzione sono di due tipi: movimenti modulari, composti da una base tempo su cui viene aggiunta una platina con le funzioni cronografiche, e calibri cronografaci veri e propri, in cui il meccanismo delle funzioni cronografiche è integrato con il movimento dell’orologio. I cronografi al quarzo, invece impiegano un modulo elettronico abbastanza complicato e di elevata precisione cosa questa che permette di definire gli stessi di maggiore precisione rispetto ai meccanici caratteristica questa che ne permette l’utilizzo per competizioni sportive in genere.
OROLOGI SALTARELLI Il saltarello, od ore saltanti, e’ un orologio con affissione digitale delle ore.Il principio di funzionamento delle ore saltanti e’ il medesimo del datario a finestrella: i dodici indici orari, stampati sulla superficie di un disco metallico, sono affissi, uno alla volta, in un’apposita finestra del quadrante ed avanzano velocemente allo scadere dei sessanta minuti, scattando in avanti.
SVEGLIARINI Lo svegliarino, è un orologio dotato della funzione di sveglia ad un’ora stabilita, solitamente dispongono di due corone di carica (una per la marcia dell’orologio ed una per la carica della sveglia) Il trillo della sveglia è realizzato da un martelletto metallico che, al momento opportuno, urta ripetutamente contro una coppiglia, fissata sul fondello dell’orologio.
TOURBILLON Il tourbillon è una delle più affascinanti creazioni di A.L. Breguet, padre dell’orologeria moderna, questo particolare meccanismo consiste nel porre lo scappamento dell’orologio su una gabbia rotante (il tourbillon appunto) per compensare gli effetti negativi di uno squilibrio del bilanciere sulla regolarità di marcia dell’orologio.Nel tourbillon il bilanciere, con tutto il sistema di scappamento, è montato su una gabbia, la quale compie una rotazione in un minuto, perciò il bilanciere squilibrato si trova a lavorare con il baricentro decentrato in tutte le possibili posizioni rispetto al piano verticale su cui giace il suo asse di rotazione, compensando tra loro gli effetti della forza di gravità (ovvero gli anticipi con i ritardi e viceversa)
OROLOGI DA TASCA Orologio classico, di grandi dimensioni, padre di tutti gli altri orologi o precursore, caratterizzato da stupende incisioni e smaltature sopraffine, con movimenti di pregio rifiniti a mano. L’avvento dell’orologio da polso segnò il tramonto dei tasca, il cui fascino, comunque, per gli appassionati è rimasto intatto. Spero di non avervi annoiato affrontando questo argomento, ma si potrebbe parlare di orologi all’infinito perché un bell’orologio, almeno per un appassionato come me, è come un bel film: piace perché ogni volta che lo sguardo cade su di lui si ricorda il motivo che ce l’ha fatto prima amare, poi sognare e infine scegliere.
Vincenzo Macaluso
Oggi parliamo di francobolli (II)
Articolo pubblicato su Il Petrino n° 5 del 15 marzo 2003
Siamo al secondo appuntamento con questo spazio dedicato alla filatelia, e oggi vogliamo far muovere i primi passi a tutti coloro che si ritengono inesperti, o che vogliono iniziare con questo splendido hobby.
La collezione dei francobolli permette di toccare un’infinita diversità di temi e di argomenti, di comporla secondo criteri personali e di fantasticare a proprio piacimento. In queste pagine cercheremo, in maniera facile ed intuitiva, di illustrare la varie fasi della vita filatelica, non pretendiamo assolutamente di sostituirci ai perfetti manuali di filatelia , ma è nostra intenzione fornire, una piccola guida iniziale, seria e rigorosa, che potrà aiutare gli aspiranti collezionisti a compiere i loro primi passi.
L’obiettivo principale è quello di aprire la strada della collezione a tutti quelli che amano i francobolli per la loro bellezza,le loro immagini sempre rinnovate ed attuali, il sapere che essi trasmettono ed innumerevoli altre ragioni. Questa “ guida “ nasce dal desiderio mio e di alcuni appassionati di propagandare questo sano divertimento e potrà rispondere anche alle innumerevoli domande che anche i più esperti potranno fare. Se dopo qualche tempo, saremo stati capaci di rispondere alle vostre domande e far nascere il desiderio di andare più lontano con questa nuova passione, avremo centrato il nostro obiettivo.
Allora aprite le scatole, i cassetti i quaderni e i vecchi album con i francobolli dimenticati. Guardate ed organizzate tutto quanto troverete cercando di dare un senso ed una divisione alla vostra futura collezione.Dividete i francobolli con attenzione per ben classificarli ed osservate le differenze tra loro: forma, formato, paese d’origine, soggetto, moneta…
Separate anche gli antichi dai moderni, i nuovi dagli usati, gli ordinari dai commemorativi.
Per iniziare dividete tutto quello che avete trovato in cinque grandi settori: francobolli d’Italia, francobolli di paesi italiani ( colonie, possedimenti ed altro ), francobolli stranieri, francobolli sconosciuti, ed altri oggetti filatelici ( lettere, marche postali, cartoline, ecc….). Mettete da parte i francobolli doppi e quelli rovinati o di seconda scelta che potrete usare per gli scambi con altri collezionisti. Concentratevi solo sui francobolli belli, perfetti e di buona qualità con tutta la dentellatura intatta e i colori perfetti.
Piccolo glossario filatelico:
Commemorativi: La loro vignetta ricorda un avvenimento, celebra un personaggio, insomma “commemora”, oppure diffonde un’idea, sostiene una campagna, annuncia qualcosa di presente o di futuro. Sono generalmente di grande formato e con tiratura limitata,hanno una durata di vendita agli sportelli postali limitata.
Dentellatura: Pratico sistema per la separazione dei francobolli.
Facciale: Valore di affrancatura che appare sul francobollo.
Nuovo: Un francobollo che non è ancora servito ad affrancare un oggetto postale.Deve essere fresco come quando è stato venduto dalla posta; impeccabile al recto come al verso con la sua gomma originale.
Ordinari: Sono quei francobolli messi in circolazione per soddisfare le esigenze postali. Si tratta di serie “lunghe”, cioè composte da molti francobolli con valori facciali diversi, da quelli più piccoli ai più alti, proprio perché il pubblico deve trovare alla posta o dai tabaccai anche le “spezzature” per comporre all’occorrenza qualunque affrancatura.Hanno una tiratura di milioni di esemplari e rimangono in vendita agli sportelli postali per moltissimi anni.Esempi tipici dell’ultimo ventennio sono le serie dei castelli d’Italia e della donna nell’arte.
Serie: Insieme di francobolli emessi contemporaneamente con il medesimo tema o soggetto; quando si hanno tutti i francobolli appartenente a tale serie si ha la “serie completa”.
Usato: Francobollo già servito per l’affrancatura di un plico postale. E’ annullato con un timbro postale ad inchiostro che ne eviterà un secondo uso. Una volta lavato e scollato dal supporto di carta, è senza gomma
Francesco Minneci
Siamo al secondo appuntamento con questo spazio dedicato alla filatelia, e oggi vogliamo far muovere i primi passi a tutti coloro che si ritengono inesperti, o che vogliono iniziare con questo splendido hobby.
La collezione dei francobolli permette di toccare un’infinita diversità di temi e di argomenti, di comporla secondo criteri personali e di fantasticare a proprio piacimento. In queste pagine cercheremo, in maniera facile ed intuitiva, di illustrare la varie fasi della vita filatelica, non pretendiamo assolutamente di sostituirci ai perfetti manuali di filatelia , ma è nostra intenzione fornire, una piccola guida iniziale, seria e rigorosa, che potrà aiutare gli aspiranti collezionisti a compiere i loro primi passi.
L’obiettivo principale è quello di aprire la strada della collezione a tutti quelli che amano i francobolli per la loro bellezza,le loro immagini sempre rinnovate ed attuali, il sapere che essi trasmettono ed innumerevoli altre ragioni. Questa “ guida “ nasce dal desiderio mio e di alcuni appassionati di propagandare questo sano divertimento e potrà rispondere anche alle innumerevoli domande che anche i più esperti potranno fare. Se dopo qualche tempo, saremo stati capaci di rispondere alle vostre domande e far nascere il desiderio di andare più lontano con questa nuova passione, avremo centrato il nostro obiettivo.
Allora aprite le scatole, i cassetti i quaderni e i vecchi album con i francobolli dimenticati. Guardate ed organizzate tutto quanto troverete cercando di dare un senso ed una divisione alla vostra futura collezione.Dividete i francobolli con attenzione per ben classificarli ed osservate le differenze tra loro: forma, formato, paese d’origine, soggetto, moneta…
Separate anche gli antichi dai moderni, i nuovi dagli usati, gli ordinari dai commemorativi.
Per iniziare dividete tutto quello che avete trovato in cinque grandi settori: francobolli d’Italia, francobolli di paesi italiani ( colonie, possedimenti ed altro ), francobolli stranieri, francobolli sconosciuti, ed altri oggetti filatelici ( lettere, marche postali, cartoline, ecc….). Mettete da parte i francobolli doppi e quelli rovinati o di seconda scelta che potrete usare per gli scambi con altri collezionisti. Concentratevi solo sui francobolli belli, perfetti e di buona qualità con tutta la dentellatura intatta e i colori perfetti.
Piccolo glossario filatelico:
Commemorativi: La loro vignetta ricorda un avvenimento, celebra un personaggio, insomma “commemora”, oppure diffonde un’idea, sostiene una campagna, annuncia qualcosa di presente o di futuro. Sono generalmente di grande formato e con tiratura limitata,hanno una durata di vendita agli sportelli postali limitata.
Dentellatura: Pratico sistema per la separazione dei francobolli.
Facciale: Valore di affrancatura che appare sul francobollo.
Nuovo: Un francobollo che non è ancora servito ad affrancare un oggetto postale.Deve essere fresco come quando è stato venduto dalla posta; impeccabile al recto come al verso con la sua gomma originale.
Ordinari: Sono quei francobolli messi in circolazione per soddisfare le esigenze postali. Si tratta di serie “lunghe”, cioè composte da molti francobolli con valori facciali diversi, da quelli più piccoli ai più alti, proprio perché il pubblico deve trovare alla posta o dai tabaccai anche le “spezzature” per comporre all’occorrenza qualunque affrancatura.Hanno una tiratura di milioni di esemplari e rimangono in vendita agli sportelli postali per moltissimi anni.Esempi tipici dell’ultimo ventennio sono le serie dei castelli d’Italia e della donna nell’arte.
Serie: Insieme di francobolli emessi contemporaneamente con il medesimo tema o soggetto; quando si hanno tutti i francobolli appartenente a tale serie si ha la “serie completa”.
Usato: Francobollo già servito per l’affrancatura di un plico postale. E’ annullato con un timbro postale ad inchiostro che ne eviterà un secondo uso. Una volta lavato e scollato dal supporto di carta, è senza gomma
Francesco Minneci
Oggi parliamo di francobolli (III)
Articolo pubblicato su Il Petrino n° 12 del 18 ottobre 2003
Terzo appuntamento con la filatelia ed è arrivato dunque il momento di attrezzarsi, anche perché alcune “armi” per il collezionista sono veramente indispensabili. E’ bene anzi procurarsele prima ancora dei primi francobolli. Le proverbiali pinzette e l’altrettanta tradizionale lente sono due strumenti molto indispensabili, le prime per non rischiare di danneggiare il francobollo con le dita, la seconda per osservare tutti i particolari, che sono interessanti. Necessari sono pure il catalogo ed un classificatore. Il catalogo è quel libro in cui sono descritti, riprodotti e quotati tutti i francobolli di uno stato.
E’ chiaro che la sua mole cresce con l’ampiezza dell’area geografica che comprende. Il catalogo dei francobolli italiani fornisce di ogni serie la data, il titolo e il motivo dell’emissione, il tipo (ordinario o commemorativo), il sistema di stampa, la composizione dei fogli, la filigrana, la dentellatura, la validità, la tiratura il disegnatore. Seguono le illustrazioni, poi vengono valore per valore, il numero di catalogo, il prezzo facciale, il colore, la quotazione aggiornata dell’esemplare nuovo e dell’usato, la quotazione completa della serie nuova ed usata. A queste notizie si aggiungono quando è il caso, ancora molti altri dati: la quotazione degli esemplari dentellati, in quartina, su frammento o su busta, su busta primo giorno, le differenze di quotazione comportate dalla più o meno buona centratura. Insomma quando avremo in mano un francobollo il catalogo ci consentirà di identificarlo, datarlo, conoscerne anche ciò che non si vede. Il classificatore è una specie di libro, ma le sue pagine sono rigide e invece di essere stampate hanno una serie di strisce di plastica trasparente nelle quali i francobolli si infilano e si sfilano con facilità senza danneggiarsi (purchè, s’intende, il classificatore sia di buona qualità). Esso ci permette di classificare i francobolli, cioè di dar loro un primo ordine secondo le nostre esigenze (per stato, per anno, per tema), in attesa di trovare una sistemazione definitiva. Questa verrà poi con l’album. L’album filatelico è una robusta rilegatura che ospita una serie di fogli sui quali, normalmente, sono già predisposti degli spazi per francobolli determinati. I produttori di album, infatti hanno cura di stampare fogli di aggiornamento per i francobolli usciti nell’anno, oppure per le novità che si devono aggiungere a collezioni particolari. Molti di questi sono già completi di “taschine”, dove i francobolli verranno infilati, conservati e protetti da ogni rischio e potranno essere ammirati senza bisogno di estrarli. Per completare l’argomento informazione accenniamo anche all’importanza di seguire una rivista filatelica, infatti come in tutti i generi collezionistici, più se ne sa, meno si sbaglia e più si ricavano soddisfazioni. Poi se vi piace essere superaccessoriati, aggiungete al vostro corredo anche l’odontometro ed il filigranoscopio. Il primo serve per misurare la dentellatura, cioè per sapere quanti dentelli stanno in due centimetri. Nonostante il nome, esso altro non è che una specie di tabellina, con tante file di punti neri a distanza variabile. Appoggiandoci sopra un francobollo, basta farlo scorrere finchè troviamo una fila di punti che corrispondono esattamente ai buchi del nostro esemplare. Accano a questa fila leggeremo allora la misura della dentellatura 14, oppure 12, oppure 13… Dopo aver misurato il lato orizzontale, misurate quello verticale. Nei cataloghi è scritta prima quella orizzontale e poi quella verticale, se vi è una cifra sola la dentellatura è la medesima. Il filigranoscopio è ancora più semplice, poiché consiste in una vaschetta nera che ci aiuta a vedere la filigrana della carta. Appoggiando sul fondo un francobollo con la vignetta verso il basso e facendogli cadere sopra due o tre gocce di benzina bianca rettificata, se c’è, la filigrana si rivelerà nitidamente.
Piccolo glossario filatelico:
Annullo: Impronta postale usata per rendere non più utilizzabili i francobolli applicati sulla corrispondenza; reca normalmente la località di partenza e la data di ricevimento o di inoltro.
Busta primo giorno: Speciale busta, spesso illustrata da ditte specializzate, affrancata con un francobollo timbrato il primo giorno di vendita con annullo speciale, spesso anche commemorativo.
Centratura: Distanza della vignetta dalla dentellatura; se la vignetta è equidistante rispetto ai quattro lati si dice perfetta.
Filigrana: Particolari disegni o sigle nella carta ottenuti mediante differenza di spessore; solitamente è visibile in trasparenza controluce.
Frammento: Parte di lettera o documento postale con ancora attaccato il francobollo.
Linguella: Piccola striscetta di carta che serve per attaccare i francobolli agli album privi di taschine.
Quartina: Blocco di quattro francobolli sovrapposti a due a due.
Recto: Parte anteriore del francobollo contrapposta al verso.
Taschina: Lembi trasparenti usati per contenere i francobolli ed attaccarli sull’album senza l’uso di linguella.
Tiratura: Numero di esemplari stampati dello stesso francobollo; viene comunicata ufficialmente dallo stato emettitore.
Verso: Retro del francobollo: la parte anteriore è il recto.
Francesco Minneci
Terzo appuntamento con la filatelia ed è arrivato dunque il momento di attrezzarsi, anche perché alcune “armi” per il collezionista sono veramente indispensabili. E’ bene anzi procurarsele prima ancora dei primi francobolli. Le proverbiali pinzette e l’altrettanta tradizionale lente sono due strumenti molto indispensabili, le prime per non rischiare di danneggiare il francobollo con le dita, la seconda per osservare tutti i particolari, che sono interessanti. Necessari sono pure il catalogo ed un classificatore. Il catalogo è quel libro in cui sono descritti, riprodotti e quotati tutti i francobolli di uno stato.
E’ chiaro che la sua mole cresce con l’ampiezza dell’area geografica che comprende. Il catalogo dei francobolli italiani fornisce di ogni serie la data, il titolo e il motivo dell’emissione, il tipo (ordinario o commemorativo), il sistema di stampa, la composizione dei fogli, la filigrana, la dentellatura, la validità, la tiratura il disegnatore. Seguono le illustrazioni, poi vengono valore per valore, il numero di catalogo, il prezzo facciale, il colore, la quotazione aggiornata dell’esemplare nuovo e dell’usato, la quotazione completa della serie nuova ed usata. A queste notizie si aggiungono quando è il caso, ancora molti altri dati: la quotazione degli esemplari dentellati, in quartina, su frammento o su busta, su busta primo giorno, le differenze di quotazione comportate dalla più o meno buona centratura. Insomma quando avremo in mano un francobollo il catalogo ci consentirà di identificarlo, datarlo, conoscerne anche ciò che non si vede. Il classificatore è una specie di libro, ma le sue pagine sono rigide e invece di essere stampate hanno una serie di strisce di plastica trasparente nelle quali i francobolli si infilano e si sfilano con facilità senza danneggiarsi (purchè, s’intende, il classificatore sia di buona qualità). Esso ci permette di classificare i francobolli, cioè di dar loro un primo ordine secondo le nostre esigenze (per stato, per anno, per tema), in attesa di trovare una sistemazione definitiva. Questa verrà poi con l’album. L’album filatelico è una robusta rilegatura che ospita una serie di fogli sui quali, normalmente, sono già predisposti degli spazi per francobolli determinati. I produttori di album, infatti hanno cura di stampare fogli di aggiornamento per i francobolli usciti nell’anno, oppure per le novità che si devono aggiungere a collezioni particolari. Molti di questi sono già completi di “taschine”, dove i francobolli verranno infilati, conservati e protetti da ogni rischio e potranno essere ammirati senza bisogno di estrarli. Per completare l’argomento informazione accenniamo anche all’importanza di seguire una rivista filatelica, infatti come in tutti i generi collezionistici, più se ne sa, meno si sbaglia e più si ricavano soddisfazioni. Poi se vi piace essere superaccessoriati, aggiungete al vostro corredo anche l’odontometro ed il filigranoscopio. Il primo serve per misurare la dentellatura, cioè per sapere quanti dentelli stanno in due centimetri. Nonostante il nome, esso altro non è che una specie di tabellina, con tante file di punti neri a distanza variabile. Appoggiandoci sopra un francobollo, basta farlo scorrere finchè troviamo una fila di punti che corrispondono esattamente ai buchi del nostro esemplare. Accano a questa fila leggeremo allora la misura della dentellatura 14, oppure 12, oppure 13… Dopo aver misurato il lato orizzontale, misurate quello verticale. Nei cataloghi è scritta prima quella orizzontale e poi quella verticale, se vi è una cifra sola la dentellatura è la medesima. Il filigranoscopio è ancora più semplice, poiché consiste in una vaschetta nera che ci aiuta a vedere la filigrana della carta. Appoggiando sul fondo un francobollo con la vignetta verso il basso e facendogli cadere sopra due o tre gocce di benzina bianca rettificata, se c’è, la filigrana si rivelerà nitidamente.
Piccolo glossario filatelico:
Annullo: Impronta postale usata per rendere non più utilizzabili i francobolli applicati sulla corrispondenza; reca normalmente la località di partenza e la data di ricevimento o di inoltro.
Busta primo giorno: Speciale busta, spesso illustrata da ditte specializzate, affrancata con un francobollo timbrato il primo giorno di vendita con annullo speciale, spesso anche commemorativo.
Centratura: Distanza della vignetta dalla dentellatura; se la vignetta è equidistante rispetto ai quattro lati si dice perfetta.
Filigrana: Particolari disegni o sigle nella carta ottenuti mediante differenza di spessore; solitamente è visibile in trasparenza controluce.
Frammento: Parte di lettera o documento postale con ancora attaccato il francobollo.
Linguella: Piccola striscetta di carta che serve per attaccare i francobolli agli album privi di taschine.
Quartina: Blocco di quattro francobolli sovrapposti a due a due.
Recto: Parte anteriore del francobollo contrapposta al verso.
Taschina: Lembi trasparenti usati per contenere i francobolli ed attaccarli sull’album senza l’uso di linguella.
Tiratura: Numero di esemplari stampati dello stesso francobollo; viene comunicata ufficialmente dallo stato emettitore.
Verso: Retro del francobollo: la parte anteriore è il recto.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di Orologi (II)
Trenta anni di successi
(Articolo pubblicato su Il Petrino n° 1 Anno III del 17 gennaio 2004)
Nel 1969 Zenith lanciò quello che allora era il primo cronografo automatico integrato, con bilanciere in grado di oscillare a 36.000 alternanze/ora. E per questo, il movimento venne subito battezzato “El Primero”, senza forse immaginare, che nel tempo, questo movimento avrebbe assunto una straordinaria valenza tecnica, al punto che ancora oggi se ne continua con grande successo la produzione.Presentato nel 1969 come calibro 3019 alla fine degli anni '80 El Primero ha subito una serie di modifiche strutturali assumendo il nome di calibro 400.Tuttavia restano immutate tutte le caratteristiche che permettono di ascriverlo come uno dei migliori movimenti cronografici oggi sul mercato.Innanzitutto rimangono inalterate le 36.000 alternanze/ora, una ogni decimo di secondo, le più alte mai raggiunte nella storia dell'orologeria meccanica.La scansione temporale delle 36.000 alternanze/ora permette un maggiore grado di precisione rispetto alle consuete 18.000 degli anni '60 alle 21.000 degli anni '70-'80 ed alle odierne 28.800. Lo smistamento delle funzioni cronografiche avviene tramite RUOTA A COLONNE, un elemento di complessa esecuzione e di garanzia di preciso funzionamento negli anni che, quasi da solo, eleva di rango il movimento cronografino che lo possiede.Altre caratteristiche tecniche sono il bilanciere in glucydur e la spirale autocompensatrice e antimagnetica.
Ciò significa che praticamente nessun influsso dovuto a variazioni di temperatura, campi magnetici o altro può influire sulla regolarità di marcia.Case orologiere hanno nel tempo chiesto alla Zenith di poter acquistare il movimento per equipaggiare le proprie creazioni.Forse la più famosa di tutte è l'adozione da parte della ROLEX del calibro base per equipaggiare il cronografo Daytona, apportando numerose modifiche anche strutturali e abbassando la frequenza a 28.800 alternanze/ora; ( recentemente la Rolex ha adottato un movimento interamente costruito nei propri stabilimenti) Non male dunque, per un “vecchietto” del 1969, capace ancora oggi di stupire per tecnica e qualità. E, così, nonostante gli anni El Primero resta sempre El Primero.
Vincenzo Macaluso
(Articolo pubblicato su Il Petrino n° 1 Anno III del 17 gennaio 2004)
Nel 1969 Zenith lanciò quello che allora era il primo cronografo automatico integrato, con bilanciere in grado di oscillare a 36.000 alternanze/ora. E per questo, il movimento venne subito battezzato “El Primero”, senza forse immaginare, che nel tempo, questo movimento avrebbe assunto una straordinaria valenza tecnica, al punto che ancora oggi se ne continua con grande successo la produzione.Presentato nel 1969 come calibro 3019 alla fine degli anni '80 El Primero ha subito una serie di modifiche strutturali assumendo il nome di calibro 400.Tuttavia restano immutate tutte le caratteristiche che permettono di ascriverlo come uno dei migliori movimenti cronografici oggi sul mercato.Innanzitutto rimangono inalterate le 36.000 alternanze/ora, una ogni decimo di secondo, le più alte mai raggiunte nella storia dell'orologeria meccanica.La scansione temporale delle 36.000 alternanze/ora permette un maggiore grado di precisione rispetto alle consuete 18.000 degli anni '60 alle 21.000 degli anni '70-'80 ed alle odierne 28.800. Lo smistamento delle funzioni cronografiche avviene tramite RUOTA A COLONNE, un elemento di complessa esecuzione e di garanzia di preciso funzionamento negli anni che, quasi da solo, eleva di rango il movimento cronografino che lo possiede.Altre caratteristiche tecniche sono il bilanciere in glucydur e la spirale autocompensatrice e antimagnetica.
Ciò significa che praticamente nessun influsso dovuto a variazioni di temperatura, campi magnetici o altro può influire sulla regolarità di marcia.Case orologiere hanno nel tempo chiesto alla Zenith di poter acquistare il movimento per equipaggiare le proprie creazioni.Forse la più famosa di tutte è l'adozione da parte della ROLEX del calibro base per equipaggiare il cronografo Daytona, apportando numerose modifiche anche strutturali e abbassando la frequenza a 28.800 alternanze/ora; ( recentemente la Rolex ha adottato un movimento interamente costruito nei propri stabilimenti) Non male dunque, per un “vecchietto” del 1969, capace ancora oggi di stupire per tecnica e qualità. E, così, nonostante gli anni El Primero resta sempre El Primero.
Vincenzo Macaluso
Oggi parliamo di Schede Telefoniche (II)
Articolo pubblicato su Il Petrino n° 5 Anno III del 15 maggio 2004
Da quanti anni è in uso, in Italia, la scheda telefonica? Per quali motivi essa è nata? Come vanno conservate le schede in collezione? Quali sono i criteri per la valutazione di una scheda telefonica? In questo secondo articolo dedicato alle carte telefoniche cercheremo di dare una risposta a tutte queste domande.
Un giorno non lontano, ma ormai storico, dell’autunno del 1975 la società telefonica italiana di allora, la SIP, decise di dare inizio ad un esperimento destinato a rivoluzionare l’uso dei telefoni pubblici. I problemi che si cercava di risolvere erano semplici ma fastidiosi. Si voleva eliminare l’uso dei gettoni e delle monete, sempre difficili da reperire in grande quantità, ed evitare le continue manomissioni compiute da ladruncoli pronti a danneggiare un apparecchio telefonico pur di rubare pochi spiccioli. La soluzione, generata dalla collaborazione con l’azienda bresciana SIDA (specializzata nella realizzazione di distributori automatici), fu geniale e segnò la nascita delle prime carte telefoniche: tesserine di plastica grandi come un biglietto da visita e capaci di contenere un credito telefonico da cui scalare man mano gli scatti utilizzati.Questa capacità, questo straordinario potere che oggi appare semplice ma che all’inizio era portentoso, si deve ad un sistema di memoria presente nella carta telefonica. Le prime carte SIDA, come le odierne carte URMET, utilizzavano la tecnologia della banda magnetica. Da allora però molte altre tecnologie e altrettanti sistemi di memoria sono nati in seguito alla diffusione delle carte telefoniche nel mondo. Conoscere e distinguere i sistemi di memoria utilizzati nelle carte delle varie nazioni è quindi il primo compito di un collezionista. Le principali tecnologie affermatesi nel mondo sono sostanzialmente quattro: banda magnetica, chip, optoelettronica e indutiva.
Dopo aver chiarito come e perché è stato introdotto l’uso della carta telefonica in Italia, vi diamo anche qualche consiglio su come collezionare le schede e sulla loro valutazione.
Se inizialmente ci si può accontentare di tenere le proprie carte unite da un elastico o mischiate alla rinfusa in una scatola, ben presto si potrà desiderare di raccoglierle più ordinatamente anche per conservarle evitando che si graffino, o peggio ancora, che si pieghino. Le soluzioni possono essere molte, ma di certo la migliore risulta quella di procurarsi un apposito raccoglitore con fogli di plastica trasparente dotati di tasche su misura. Le dimensioni delle carte telefoniche sono le stesse dei biglietti da visita ed esistono in cartoleria dei raccoglitori appositi. Nulla però è meglio dei fogli pensati proprio per le carte telefoniche, gia inseriti negli appositi album classificatori. Si tratta generalmente di fogli ad otto tasche, che possono avere l’apertura verso l’alto o di lato. E’ importante sapere che bisogna conservare una sola carta in ogni tasca: ciò evita che due o più esemplari disposti in un unico “alloggio” (specialmente le schede del tipo a banda magnetica) possano danneggiarsi a vicenda. Questa disposizione inoltre consente una panoramica chiara e completa di entrambi i lati delle carte.
Riguardo la valutazione delle schede usate è chiaro che esse non vengono valutate tutte allo stesso modo. Come accade con ogni oggetto da collezione, anche per le carte telefoniche lo stato di conservazione è molto importante per determinare il valore collezionistico. Le categorie in cui vengono suddivise le carte usate sono tre.
Fior di stampa. La carta non presenta in alcuna sua parte graffi o pieghe. Praticamente appare come nuova, perfettamente intatta.
Prima scelta. I segni del tempo, piccoli graffi, leggere abrasioni, sono presenti ma irrilevanti e visibili solo ad un esame molto attento.
Seconda scelta. La carta presenta segni visibili: graffi, abrasioni,scoloriture, ecc. Ovviamente anche queste carte possono essere comprese in una collezione, ma di certo il loro valore scende irrimediabilmente molto al di sotto di quello di catalogo o di mercato.
Francesco Minneci
Da quanti anni è in uso, in Italia, la scheda telefonica? Per quali motivi essa è nata? Come vanno conservate le schede in collezione? Quali sono i criteri per la valutazione di una scheda telefonica? In questo secondo articolo dedicato alle carte telefoniche cercheremo di dare una risposta a tutte queste domande.
Un giorno non lontano, ma ormai storico, dell’autunno del 1975 la società telefonica italiana di allora, la SIP, decise di dare inizio ad un esperimento destinato a rivoluzionare l’uso dei telefoni pubblici. I problemi che si cercava di risolvere erano semplici ma fastidiosi. Si voleva eliminare l’uso dei gettoni e delle monete, sempre difficili da reperire in grande quantità, ed evitare le continue manomissioni compiute da ladruncoli pronti a danneggiare un apparecchio telefonico pur di rubare pochi spiccioli. La soluzione, generata dalla collaborazione con l’azienda bresciana SIDA (specializzata nella realizzazione di distributori automatici), fu geniale e segnò la nascita delle prime carte telefoniche: tesserine di plastica grandi come un biglietto da visita e capaci di contenere un credito telefonico da cui scalare man mano gli scatti utilizzati.Questa capacità, questo straordinario potere che oggi appare semplice ma che all’inizio era portentoso, si deve ad un sistema di memoria presente nella carta telefonica. Le prime carte SIDA, come le odierne carte URMET, utilizzavano la tecnologia della banda magnetica. Da allora però molte altre tecnologie e altrettanti sistemi di memoria sono nati in seguito alla diffusione delle carte telefoniche nel mondo. Conoscere e distinguere i sistemi di memoria utilizzati nelle carte delle varie nazioni è quindi il primo compito di un collezionista. Le principali tecnologie affermatesi nel mondo sono sostanzialmente quattro: banda magnetica, chip, optoelettronica e indutiva.
Dopo aver chiarito come e perché è stato introdotto l’uso della carta telefonica in Italia, vi diamo anche qualche consiglio su come collezionare le schede e sulla loro valutazione.
Se inizialmente ci si può accontentare di tenere le proprie carte unite da un elastico o mischiate alla rinfusa in una scatola, ben presto si potrà desiderare di raccoglierle più ordinatamente anche per conservarle evitando che si graffino, o peggio ancora, che si pieghino. Le soluzioni possono essere molte, ma di certo la migliore risulta quella di procurarsi un apposito raccoglitore con fogli di plastica trasparente dotati di tasche su misura. Le dimensioni delle carte telefoniche sono le stesse dei biglietti da visita ed esistono in cartoleria dei raccoglitori appositi. Nulla però è meglio dei fogli pensati proprio per le carte telefoniche, gia inseriti negli appositi album classificatori. Si tratta generalmente di fogli ad otto tasche, che possono avere l’apertura verso l’alto o di lato. E’ importante sapere che bisogna conservare una sola carta in ogni tasca: ciò evita che due o più esemplari disposti in un unico “alloggio” (specialmente le schede del tipo a banda magnetica) possano danneggiarsi a vicenda. Questa disposizione inoltre consente una panoramica chiara e completa di entrambi i lati delle carte.
Riguardo la valutazione delle schede usate è chiaro che esse non vengono valutate tutte allo stesso modo. Come accade con ogni oggetto da collezione, anche per le carte telefoniche lo stato di conservazione è molto importante per determinare il valore collezionistico. Le categorie in cui vengono suddivise le carte usate sono tre.
Fior di stampa. La carta non presenta in alcuna sua parte graffi o pieghe. Praticamente appare come nuova, perfettamente intatta.
Prima scelta. I segni del tempo, piccoli graffi, leggere abrasioni, sono presenti ma irrilevanti e visibili solo ad un esame molto attento.
Seconda scelta. La carta presenta segni visibili: graffi, abrasioni,scoloriture, ecc. Ovviamente anche queste carte possono essere comprese in una collezione, ma di certo il loro valore scende irrimediabilmente molto al di sotto di quello di catalogo o di mercato.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di francobolli
Articolo pubblicato su Il Petrino del 14 maggio 2005 - anno IV n° 5
Emessi due francobolli per celebrare i campioni del mondo di calcio del 20° secolo
Il 29 novembre 2002, Poste Italiane ha messo in vendita due francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica "Lo Sport Italiano" dedicati ai Campioni del Mondo di calcio del 20° secolo, del valore di 0,52 euro per ciascun soggetto. Il primo francobollo ricorda le sette nazioni che hanno vinto l'importante manifestazione, mentre il secondo si sofferma sulle tre edizioni vinte dalla nostra Nazionale (1934, 1938, 1982). E' opportuno notare che, per la prima volta, il nostro paese ha realizzato un francobollo di formato circolare con dentellatura circolare e diagonale stampati dall' I.P.Z.S., in offset su carta fluorescente senza filigrana, in due tirature diverse.
1° tiratura: 500.000 esemplari con 7 dentelli nelle dentellature diagonali. (la più quotata commercialmente - € 5,00 per soggetto -)
2° tiratura: 2.000.000 esemplari con 6 dentelli nelle dentellature diagonali. (quotazione commerciale - € 1,00 per soggetto - )
I due francobolli, sono stati emessi, dopo un'attesa di mesi, fra l'altro distribuiti in modo ne omogeneo ne puntuale sul territorio nazionale. Nel primo francobollo è raffigurato il caratteristico pallone in movimento su un campo di gioco delimitato a sinistra, dall'alto in basso, dalle bandiere di Inghilterra, Argentina, Germania, Italia, Brasile, Uruguay, Francia. Nel secondo francobollo è rappresentata un' azione di gioco, con un calciatore che indossa i colori della nazionale Italiana.
Vittorio Ruisi
Emessi due francobolli per celebrare i campioni del mondo di calcio del 20° secolo
Il 29 novembre 2002, Poste Italiane ha messo in vendita due francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica "Lo Sport Italiano" dedicati ai Campioni del Mondo di calcio del 20° secolo, del valore di 0,52 euro per ciascun soggetto. Il primo francobollo ricorda le sette nazioni che hanno vinto l'importante manifestazione, mentre il secondo si sofferma sulle tre edizioni vinte dalla nostra Nazionale (1934, 1938, 1982). E' opportuno notare che, per la prima volta, il nostro paese ha realizzato un francobollo di formato circolare con dentellatura circolare e diagonale stampati dall' I.P.Z.S., in offset su carta fluorescente senza filigrana, in due tirature diverse.
1° tiratura: 500.000 esemplari con 7 dentelli nelle dentellature diagonali. (la più quotata commercialmente - € 5,00 per soggetto -)
2° tiratura: 2.000.000 esemplari con 6 dentelli nelle dentellature diagonali. (quotazione commerciale - € 1,00 per soggetto - )
I due francobolli, sono stati emessi, dopo un'attesa di mesi, fra l'altro distribuiti in modo ne omogeneo ne puntuale sul territorio nazionale. Nel primo francobollo è raffigurato il caratteristico pallone in movimento su un campo di gioco delimitato a sinistra, dall'alto in basso, dalle bandiere di Inghilterra, Argentina, Germania, Italia, Brasile, Uruguay, Francia. Nel secondo francobollo è rappresentata un' azione di gioco, con un calciatore che indossa i colori della nazionale Italiana.
Vittorio Ruisi
Oggi parliamo di orologi (III)
Articolo pubblicato su Il Petrino del 11 marzo 2006 - anno V n° 3
Gli orologi al quarzo
Gli orologi al quarzo hanno lo stesso principio di funzionamento degli orologi meccanici, un circuito elettronico si occupa del conteggio delle oscillazioni (tutte uguali nella durata) di un organo regolatore, fornendo la misurazione del tempo in ore, minuti e secondi. La precisione dei movimenti al quarzo dipende dalla stabilità di frequenza di oscillazione del cristallo di quarzo. Il quarzo viene utilizzato nei movimenti degli orologi per la sua proprietà di vibrare ad una frequenza costante quando viene attraversato da una corrente alternata. La frequenza di vibrazione dei cristalli di quarzo utilizzati in orologeria è di 32.768 hz, di molto superiore ai 5 hz dei movimenti meccanici ottenibili adottando una frequenza di 36.000 alternanze/ora. La frequenza del quarzo viene tradotta da un circuito oscillante in corrente elettrica, divisa da un circuito integrato e ridotta fino ad arrivare a 1 hz (un impulso al secondo) necessaria per potere misurare il tempo in secondi. Negli orologi al quarzo analogici (con le lancette) il segnale elettrico, alimenta un motore passo-passo che ruotando trasmette il moto alle lancette dell'orologio. Negli orologi al quarzo digitali (con i numeri) lo stesso segnale alimenta il display a cristalli liquidi dell'orologio. Fanno parte della famiglia degli orologi al quarzo anche i “Kinetic” orologi senza batteria che si caricano con il movimento naturale del braccio. L'energia cinetica creata dai movimenti del polso viene trasformata da un circuito complesso inserito all'interno del movimento stesso.
Una curiosità, sapete a che cosa servono i rubini che si trovano nei movimenti degli orologi siano essi meccanici o al quarzo? I rubini servono principalmente a ridurre l'usura tra i perni su cui girano le ruote degli ingranaggi ed i ponti. Di solito vengono impiegati rubini sintetici, il cui numero (non inferiore a 15) influisce sulla qualità del movimento dell'orologio.
Vincenzo Macaluso
Gli orologi al quarzo
Gli orologi al quarzo hanno lo stesso principio di funzionamento degli orologi meccanici, un circuito elettronico si occupa del conteggio delle oscillazioni (tutte uguali nella durata) di un organo regolatore, fornendo la misurazione del tempo in ore, minuti e secondi. La precisione dei movimenti al quarzo dipende dalla stabilità di frequenza di oscillazione del cristallo di quarzo. Il quarzo viene utilizzato nei movimenti degli orologi per la sua proprietà di vibrare ad una frequenza costante quando viene attraversato da una corrente alternata. La frequenza di vibrazione dei cristalli di quarzo utilizzati in orologeria è di 32.768 hz, di molto superiore ai 5 hz dei movimenti meccanici ottenibili adottando una frequenza di 36.000 alternanze/ora. La frequenza del quarzo viene tradotta da un circuito oscillante in corrente elettrica, divisa da un circuito integrato e ridotta fino ad arrivare a 1 hz (un impulso al secondo) necessaria per potere misurare il tempo in secondi. Negli orologi al quarzo analogici (con le lancette) il segnale elettrico, alimenta un motore passo-passo che ruotando trasmette il moto alle lancette dell'orologio. Negli orologi al quarzo digitali (con i numeri) lo stesso segnale alimenta il display a cristalli liquidi dell'orologio. Fanno parte della famiglia degli orologi al quarzo anche i “Kinetic” orologi senza batteria che si caricano con il movimento naturale del braccio. L'energia cinetica creata dai movimenti del polso viene trasformata da un circuito complesso inserito all'interno del movimento stesso.
Una curiosità, sapete a che cosa servono i rubini che si trovano nei movimenti degli orologi siano essi meccanici o al quarzo? I rubini servono principalmente a ridurre l'usura tra i perni su cui girano le ruote degli ingranaggi ed i ponti. Di solito vengono impiegati rubini sintetici, il cui numero (non inferiore a 15) influisce sulla qualità del movimento dell'orologio.
Vincenzo Macaluso
Oggi parliamo di francobolli (IV)
Articolo pubblicato su Il Petrino del 11 aprile 2009 - anno VIII n° 4
I francobolli sono sicuramente una delle più grandi invenzioni del secolo scorso. Sono un oggetto molto familiare della nostra vita quotidiana poiché accompagnano parte della posta a noi indirizzata e, con le loro molteplici immagini ed i loro colori, attirano la nostra attenzione. Oggi ci occuperemo di come e dove trovarli e dove acquistarli.
Più del 65% delle spedizioni postali sono affrancate con i francobolli. Iniziate, quindi, raccogliendo alla rinfusa tutte le buste e le cartoline che arrivano in famiglia, poi fate sapere a parenti ed amici che siete collezionisti di francobolli. Raccoglieranno per voi la loro corrispondenza ed affrancheranno le lettere e le cartoline a voi indirizzate con bei francobolli commemorativi.
Cercate in casa, nei cassetti o nei vecchi armadi, la corrispondenza dimenticata o, se siete fortunati, una collezione abbandonata da qualche parente. Leggete i piccoli annunci su giornali o riviste specializzate e cominciate ad apprendere il linguaggio filatelico. Cercate dei corrispondenti, anche stranieri, con i quali intrecciare una fitta corrispondenza, ma non dimenticando mai di affrancare la posta con dei bei francobolli. Se ci riuscite frequentate un circolo filatelico ove potrete fare degli scambi con altri collezionisti di pari livello ed imparare dai più esperti. Non dimenticate di avere sempre a portata di mano un catalogo, base di tutti gli scambi e gli acquisti. Redigete una vostra mancolista aggiornata, con tutti i numeri dei francobolli che vi mancano o che vorrete acquistare o procurarvi, e portatela sempre con voi. Nei mercatini all’aperto si possono trovare curiosità e pezzi da collezione di piccolo valore e molti francobolli usati. Ma questi rappresentano sicuramente un punto d’inizio e di aggregazione per giovani collezionisti.
Tutti i francobolli, dai più belli ai più brutti, dai più rari ai più costosi, sono stati, un giorno, acquistati, al loro puro valore facciale, agli sportelli di un ufficio postale. In Italia vi sono più di 200 sportelli filatelici che vendono i francobolli fin dal primo giorno d’emissione. Naturalmente si trovano solo i francobolli nuovi dell’ultimo o degli ultimi anni. Nello stesso sportello troverete, spesso, anche l’annullo commemorativo speciale per i collezionisti che volessero timbrare i francobolli appena acquistati con lo speciale “annullo primo giorno”.
Però tutti i francobolli, dopo qualche mese o anno, non sono più in vendita alla posta. Ve li potrete procurare allora presso i negozi o gli studi filatelici al prezzo di libero mercato in funzione della domanda e dell’offerta. Il negozio filatelico, gioca un ruolo di regolatore del mercato giostrando le quotazioni dei cataloghi e i prezzi che si creano sul libero mercato. La maggior parte dei negozi sono concentrati nelle grandi città, ma in quasi tutte le altre città ve ne è almeno uno. Solitamente il negozio vi potrà fornire sia i francobolli che il materiale, i cataloghi, le riviste e vi potrà consigliare negli acquisti e nell’orientamento della vostra collezione. In filatelia si è anche notevolmente sviluppata la vendita per corrispondenza tramite cataloghi di offerte a prezzi netti. Questo sistema vi consente di ponderare con calma l’acquisto dalla poltrona di casa vostra. Potrete anche acquistare per posta tramite listino, accertatevi però della serietà del venditore o limitatevi ad aziende note che offrono maggiori garanzie. Inoltre i francobolli si possono acquistare anche alle aste pubbliche o ai convegni. Le vendite all’asta sono un sistema di vendita molto usato in filatelia. Propongono lettere o francobolli di un certo valore e sono riservate generalmente ai collezionisti più avanzati ed esperti. I lotti composti da più di un francobollo non si possono restituire se non foste soddisfatti dell’acquisto; per tali lotti vale la clausola del “visto e piaciuto”. In alcune città vengono organizzati anche dei convegni, più o meno importanti, ove acquistare, vendere o visionare francobolli dai commercianti che propongono in vendita la loro merce. Infine una citazione particolare merita Internet, dove ormai si acquista di tutto e di conseguenza anche francobolli, interi postali e materiale filatelico.
Piccolo glossario filatelico:
Bollo: vedi annullo
F.D.C.: vedi busta primo giorno
Filatelia: termine che indica il collezionismo dei francobolli o di altri documenti postali; filatelista è il collezionista di francobolli e di altri valori postali.
Mancolista: elenco dei francobolli mancanti alla propria collezione.
Nominale: vedi facciale.
Porto: tariffa o tassa per il trasporto di un oggetto postale.
Tematica: tipo di collezione composta da francobolli o altri oggetti postali aventi il medesimo soggetto o tema.
Timbro: vedi annullo
Questo è il terzo appuntamento con il glossario filatelico, appare evidente che per alcuni termini bisogna fare riferimento a quanto pubblicato nei numeri precedenti.
Francesco Minneci
I francobolli sono sicuramente una delle più grandi invenzioni del secolo scorso. Sono un oggetto molto familiare della nostra vita quotidiana poiché accompagnano parte della posta a noi indirizzata e, con le loro molteplici immagini ed i loro colori, attirano la nostra attenzione. Oggi ci occuperemo di come e dove trovarli e dove acquistarli.
Più del 65% delle spedizioni postali sono affrancate con i francobolli. Iniziate, quindi, raccogliendo alla rinfusa tutte le buste e le cartoline che arrivano in famiglia, poi fate sapere a parenti ed amici che siete collezionisti di francobolli. Raccoglieranno per voi la loro corrispondenza ed affrancheranno le lettere e le cartoline a voi indirizzate con bei francobolli commemorativi.
Cercate in casa, nei cassetti o nei vecchi armadi, la corrispondenza dimenticata o, se siete fortunati, una collezione abbandonata da qualche parente. Leggete i piccoli annunci su giornali o riviste specializzate e cominciate ad apprendere il linguaggio filatelico. Cercate dei corrispondenti, anche stranieri, con i quali intrecciare una fitta corrispondenza, ma non dimenticando mai di affrancare la posta con dei bei francobolli. Se ci riuscite frequentate un circolo filatelico ove potrete fare degli scambi con altri collezionisti di pari livello ed imparare dai più esperti. Non dimenticate di avere sempre a portata di mano un catalogo, base di tutti gli scambi e gli acquisti. Redigete una vostra mancolista aggiornata, con tutti i numeri dei francobolli che vi mancano o che vorrete acquistare o procurarvi, e portatela sempre con voi. Nei mercatini all’aperto si possono trovare curiosità e pezzi da collezione di piccolo valore e molti francobolli usati. Ma questi rappresentano sicuramente un punto d’inizio e di aggregazione per giovani collezionisti.
Tutti i francobolli, dai più belli ai più brutti, dai più rari ai più costosi, sono stati, un giorno, acquistati, al loro puro valore facciale, agli sportelli di un ufficio postale. In Italia vi sono più di 200 sportelli filatelici che vendono i francobolli fin dal primo giorno d’emissione. Naturalmente si trovano solo i francobolli nuovi dell’ultimo o degli ultimi anni. Nello stesso sportello troverete, spesso, anche l’annullo commemorativo speciale per i collezionisti che volessero timbrare i francobolli appena acquistati con lo speciale “annullo primo giorno”.
Però tutti i francobolli, dopo qualche mese o anno, non sono più in vendita alla posta. Ve li potrete procurare allora presso i negozi o gli studi filatelici al prezzo di libero mercato in funzione della domanda e dell’offerta. Il negozio filatelico, gioca un ruolo di regolatore del mercato giostrando le quotazioni dei cataloghi e i prezzi che si creano sul libero mercato. La maggior parte dei negozi sono concentrati nelle grandi città, ma in quasi tutte le altre città ve ne è almeno uno. Solitamente il negozio vi potrà fornire sia i francobolli che il materiale, i cataloghi, le riviste e vi potrà consigliare negli acquisti e nell’orientamento della vostra collezione. In filatelia si è anche notevolmente sviluppata la vendita per corrispondenza tramite cataloghi di offerte a prezzi netti. Questo sistema vi consente di ponderare con calma l’acquisto dalla poltrona di casa vostra. Potrete anche acquistare per posta tramite listino, accertatevi però della serietà del venditore o limitatevi ad aziende note che offrono maggiori garanzie. Inoltre i francobolli si possono acquistare anche alle aste pubbliche o ai convegni. Le vendite all’asta sono un sistema di vendita molto usato in filatelia. Propongono lettere o francobolli di un certo valore e sono riservate generalmente ai collezionisti più avanzati ed esperti. I lotti composti da più di un francobollo non si possono restituire se non foste soddisfatti dell’acquisto; per tali lotti vale la clausola del “visto e piaciuto”. In alcune città vengono organizzati anche dei convegni, più o meno importanti, ove acquistare, vendere o visionare francobolli dai commercianti che propongono in vendita la loro merce. Infine una citazione particolare merita Internet, dove ormai si acquista di tutto e di conseguenza anche francobolli, interi postali e materiale filatelico.
Piccolo glossario filatelico:
Bollo: vedi annullo
F.D.C.: vedi busta primo giorno
Filatelia: termine che indica il collezionismo dei francobolli o di altri documenti postali; filatelista è il collezionista di francobolli e di altri valori postali.
Mancolista: elenco dei francobolli mancanti alla propria collezione.
Nominale: vedi facciale.
Porto: tariffa o tassa per il trasporto di un oggetto postale.
Tematica: tipo di collezione composta da francobolli o altri oggetti postali aventi il medesimo soggetto o tema.
Timbro: vedi annullo
Questo è il terzo appuntamento con il glossario filatelico, appare evidente che per alcuni termini bisogna fare riferimento a quanto pubblicato nei numeri precedenti.
Francesco Minneci
Oggi parliamo di orologi (IV)
Articolo pubblicato su Il Petrino del 11 luglio 2009 - anno VIII n° 7
I meccanismi complessi
Oggi vorrei parlarvi di orologi, ovviamente particolari. Generalmente l’appassionato di orologi sogna in qualche modo di poter governare il tempo, di poter controllare quello che non si può.
Qual’ è il meccanismo migliore che lo può descrivere?
Ovviamente il Calendario Perpetuo, massima espressione dell’arte orologiaia per tutte le Maison (case costruttrici in francese), estrema complicazione per riuscire a contare il tempo dai secondi agli anni, senza mai sbagliare un giorno, una data, un mese.
Ovviamente quando parliamo di Maison intendiamo esclusivamente le grandi manifatture svizzere, monopoliste nel campo dell’orologeria di alta precisione, marchi come: Breguet, Jaeger-LeCoultre, Vacheron Costantin, Audemars Piguet, Frank Muller, e qualche altro da sempre avulsi all’invasione del quarzo e cultrici di movimenti da lasciare ai propri figli.
Entriamo adesso nel meccanismo che muove il quadrante della figura: esso è costituito da un movimento di base classico a carica automatica, uguale per tutti gli orologi, che muove le solite lancette che tutti conosciamo; ad esso sono collegati, una appresso all’altra, tramite una serie di complessi ruotismi le lancette del giorno e della data, quella del mese, quella delle fasi lunari e quella dell’anno. Cioè tramite un complesso di ruote meccaniche, che si muovono con lentezze via via decrescenti si tiene in memoria il succedersi del tempo sino a riuscire a contare autonomamente e senza aggiustamenti anche centinaia di anni. In particolare l’orologio in figura ha necessità di ricorrere alla Maison costruttrice solo nell’anno 2100, quando il calendario gregoriano stabilisce che l’anno non sarà bisestile, mentre lui lo considererà bisestile alla stregua di tutti gli altri anni multipli di 4. Fin qui si potrebbe pensare che sia solo un problema di regolazione delle demoltipliche, ma chi conosce un calendario sa benissimo che i mesi non contano tutti gli stessi giorni, ebbene il calendario perpetuo riconosce i mesi per le loro effettive durate, facendoli quindi terminare di 28, 30 o 31 a secondo delle necessità, questo tramite un sistema di camme applicate a delle ruote e con dei leveraggi che vi incidono sopra. Ultima complicazione è quella della fase lunare, il cui movimento ripercorre quello della luna con una precisione quasi assoluta (1 aggiustamento ogni 450 anni), mediante un precisissimo ruotismo demoltiplicatore.
Il movimento è costruito interamente “a mano” da un maestro orologiaio (da notare che molti pezzi sono proprio costruiti “a mano”) che impiega tempi variabili da 3 mesi ad 1 anno, per montare i 273 componenti di questo capolavoro di micro-meccanica, pensate che il tutto è spesso meno di 8 millimetri compresa la cassa. Il prezzo è l’unica nota dolente, escluse le tirature in serie limitata, un orologio del genere costa da € 15.000 a € 35.000, semprechè non sia complicato da ulteriori meccanismi come, tourbillon, cronografo, svegliarino, scheletratura.
Francesco Monteleone
I meccanismi complessi
Oggi vorrei parlarvi di orologi, ovviamente particolari. Generalmente l’appassionato di orologi sogna in qualche modo di poter governare il tempo, di poter controllare quello che non si può.
Qual’ è il meccanismo migliore che lo può descrivere?
Ovviamente il Calendario Perpetuo, massima espressione dell’arte orologiaia per tutte le Maison (case costruttrici in francese), estrema complicazione per riuscire a contare il tempo dai secondi agli anni, senza mai sbagliare un giorno, una data, un mese.
Ovviamente quando parliamo di Maison intendiamo esclusivamente le grandi manifatture svizzere, monopoliste nel campo dell’orologeria di alta precisione, marchi come: Breguet, Jaeger-LeCoultre, Vacheron Costantin, Audemars Piguet, Frank Muller, e qualche altro da sempre avulsi all’invasione del quarzo e cultrici di movimenti da lasciare ai propri figli.
Entriamo adesso nel meccanismo che muove il quadrante della figura: esso è costituito da un movimento di base classico a carica automatica, uguale per tutti gli orologi, che muove le solite lancette che tutti conosciamo; ad esso sono collegati, una appresso all’altra, tramite una serie di complessi ruotismi le lancette del giorno e della data, quella del mese, quella delle fasi lunari e quella dell’anno. Cioè tramite un complesso di ruote meccaniche, che si muovono con lentezze via via decrescenti si tiene in memoria il succedersi del tempo sino a riuscire a contare autonomamente e senza aggiustamenti anche centinaia di anni. In particolare l’orologio in figura ha necessità di ricorrere alla Maison costruttrice solo nell’anno 2100, quando il calendario gregoriano stabilisce che l’anno non sarà bisestile, mentre lui lo considererà bisestile alla stregua di tutti gli altri anni multipli di 4. Fin qui si potrebbe pensare che sia solo un problema di regolazione delle demoltipliche, ma chi conosce un calendario sa benissimo che i mesi non contano tutti gli stessi giorni, ebbene il calendario perpetuo riconosce i mesi per le loro effettive durate, facendoli quindi terminare di 28, 30 o 31 a secondo delle necessità, questo tramite un sistema di camme applicate a delle ruote e con dei leveraggi che vi incidono sopra. Ultima complicazione è quella della fase lunare, il cui movimento ripercorre quello della luna con una precisione quasi assoluta (1 aggiustamento ogni 450 anni), mediante un precisissimo ruotismo demoltiplicatore.
Il movimento è costruito interamente “a mano” da un maestro orologiaio (da notare che molti pezzi sono proprio costruiti “a mano”) che impiega tempi variabili da 3 mesi ad 1 anno, per montare i 273 componenti di questo capolavoro di micro-meccanica, pensate che il tutto è spesso meno di 8 millimetri compresa la cassa. Il prezzo è l’unica nota dolente, escluse le tirature in serie limitata, un orologio del genere costa da € 15.000 a € 35.000, semprechè non sia complicato da ulteriori meccanismi come, tourbillon, cronografo, svegliarino, scheletratura.
Francesco Monteleone
Oggi parliamo di orologi (V)
Il calibro al quarzo “kinetic”degli orologi
Articolo pubblicato su Il Petrino del 17 novembre 2012 - anno XI n° 11
Da sempre una grande invenzione lascia il segno. La tecnologia “Kinetic” applicata agli orologi fa parte della grande intuizione ed invenzione dei tecnici Seiko tanto che circa quindici anni fa, quando fu inventata, si disse subito che un giorno tutti gli orologi sarebbero stati fatti così.
Nel 1969, Seiko ha inventato la precisione del meccanismo al quarzo per gli orologi sia da polso che da tavolo, successivamente ha creato il movimento Kinetic, che è stato il primo e l’unico orologio al quarzo senza batteria che si carica con il movimento naturale del braccio. Questa tecnologia esclusiva trasforma, infatti, in elettricità l’energia cinetica creata dai movimenti del polso, offrendo la precisione al quarzo, affidabile, inesauribile e soprattutto ecologica perché non occorre cambiare continuamente la pila che come si sa costituisce rifiuto tossico-pericoloso per l’ambiente. Un breve cenno sul funzionamento della tecnologia Kinetic: mediante un rotore, piccolissimo, capace di compiere anche 100.000 giri al minuto, e uno statore con bobina, viene prodotta elettricità cinetica. La corrente elettrica attraversa il cristallo al quarzo e lo fa oscillare stabilmente a 32768 volte al secondo, garantendo la precisione dell’orologio. Mediante un condensatore viene accumulata l’energia eccedente prodotta per essere fornita quando l’orologio è inutilizzato facendolo funzionare anche per 7-14 giorni ed in alcuni modelli anche per un anno. Tutto il resto del meccanismo dell’orologio è simile agli altri comuni al quarzo. La sola differenza tra un orologio al quarzo classico ed un orologio al quarzo “Kinetic” sta, come abbiamo detto nell’utilizzo della fonte di energia cinetica molto ecologica.
Vincenzo Macaluso
Articolo pubblicato su Il Petrino del 17 novembre 2012 - anno XI n° 11
Da sempre una grande invenzione lascia il segno. La tecnologia “Kinetic” applicata agli orologi fa parte della grande intuizione ed invenzione dei tecnici Seiko tanto che circa quindici anni fa, quando fu inventata, si disse subito che un giorno tutti gli orologi sarebbero stati fatti così.
Nel 1969, Seiko ha inventato la precisione del meccanismo al quarzo per gli orologi sia da polso che da tavolo, successivamente ha creato il movimento Kinetic, che è stato il primo e l’unico orologio al quarzo senza batteria che si carica con il movimento naturale del braccio. Questa tecnologia esclusiva trasforma, infatti, in elettricità l’energia cinetica creata dai movimenti del polso, offrendo la precisione al quarzo, affidabile, inesauribile e soprattutto ecologica perché non occorre cambiare continuamente la pila che come si sa costituisce rifiuto tossico-pericoloso per l’ambiente. Un breve cenno sul funzionamento della tecnologia Kinetic: mediante un rotore, piccolissimo, capace di compiere anche 100.000 giri al minuto, e uno statore con bobina, viene prodotta elettricità cinetica. La corrente elettrica attraversa il cristallo al quarzo e lo fa oscillare stabilmente a 32768 volte al secondo, garantendo la precisione dell’orologio. Mediante un condensatore viene accumulata l’energia eccedente prodotta per essere fornita quando l’orologio è inutilizzato facendolo funzionare anche per 7-14 giorni ed in alcuni modelli anche per un anno. Tutto il resto del meccanismo dell’orologio è simile agli altri comuni al quarzo. La sola differenza tra un orologio al quarzo classico ed un orologio al quarzo “Kinetic” sta, come abbiamo detto nell’utilizzo della fonte di energia cinetica molto ecologica.
Vincenzo Macaluso